È il momento della verità, quella classica notte in cui non si dorme. Vale per quei tifosi che hanno deciso di esserci e che tremano all'idea di retrocedere. Vale per quegli ultras che resteranno fuori con la morte nel cuore perché ritengono che l'atteggiamento della proprietà non meriti sostegno. La verità è che per 90 minuti occorrerebbe ricreare quel clima da battaglia che all'Arechi ha fatto la differenza. Non può esserci dimostrazione più forte che far vedere alla proprietà che ancora una volta è il pubblico a determinare le sorti dei granata. 1600 biglietti venduti, duemila abbonati pronti a rientrare sugli spalti. Poco, troppo poco per chi pretende la A. Ma se si canta e si incita va bene così in attesa di una lunga estate utile a sbollire la rabbia e stringersi la mano per il bene comune. Un grande progetto passa per la vittoria di domani e per uno stadio che trascina. Solo uniti si potrà essere credibili e pretendere chiarezza. Lo abbiamo scritto ieri: chi ti ama ti segue. Arrivasse la salvezza e si avviasse un programma ambizioso il merito sarebbe soprattutto di chi non ha mai mollato. Quelli con la maglia numero dodici stampata sulla pelle e non solo quando si vince. Sia domani un Arechi da brividi, a prescindere dal numero. L'urlo della curva e degli altri settori vale più dei gol di un attaccante e delle parate del portiere. La vera dignità è salvaguardare la categoria...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 maggio 2019 alle 23:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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