Se dopo un mese e mezzo dalla ripresa delle ostilità ci avessero detto che la Salernitana era prima in classifica a punteggio pieno, con un gioco a tratti spumeggiante, un gruppo unito e una tifoseria nuovamente compatta al fianco della squadra probabilmente non ci avremmo mai creduto. Del resto scripta manent e basta fare un giro sui social per leggere quanto veniva scritto da tantissimi tifosi fino al giorno prima dell'esordio col Pescara. "Solito galleggiamento", "Ventura non arriva a San Matteo" e "Se va bene facciamo un punto dopo tre giornate" alcuni dei commenti che ricordiamo con il sorriso, conferma del fatto che la piazza deve ancora compiere quel salto di maturità che porta a giudicare le cose soltanto dopo averle viste. Era chiaro come il sole che passare da tanti bravi padri di famiglia ad un grande allenatore era sinonimo di progettualità, così come era evidente che giocatori deludenti in passato potessero rendere al massimo con una guida tecnica di spessore. E così Salerno si gode un Cicerelli devastante, un Akpro ritrovato- quanto sfortunato- i due gol di Jallow all'esordio e finanche Kalombo, passato in poco tempo da oggetto misterioso ad elemento che "tornerà utile"

Nessuna esaltazione, ci mancherebbe. L'obiettivo primario- e lo diciamo anche con scaramanzia- è quello di arrivare quanto prima a 43 punti godendosi questi momenti meravigliosi. Cosenza e Pescara volevano mandare in C la Salernitana e sono stati battuti sul campo a suon di gol, azioni e intelligenza tattica. 6 punti meritatissimi, e c'è ancora la doppia sfida di ritorno. La classifica non la guardiamo, ma certo siamo "felici di stare lassù" come recita una vecchia canzone. Sono altre le cose che ci piace rimarcare: la ritrovata compattezza del pubblico (società, hai visto che basta poco per infiammare Salerno?), lo spirito di un gruppo evidentemente ripulito da "mele marce" dopo anni di talpe, personalismi e malumori, la capacità dell'allenatore di essere padrone della scena anche sul mercato senza condizionamenti nè voglia di dare spazio ai nomi. Perchè "il tempo delle figurine è finito", come ha detto Lotito in conferenza stampa.

Il primato sicuramente sorprende anche la società e sarebbe un errore pensare di "stare bene così" come ha ribadito Fabiani in queste ore. Anzi, proprio perchè qualche segnale lascia trapelare possa essere un anno diverso (vedi doppia traversa del Cosenza nella stessa azione) sarebbe fondamentale inserire 2-3 tasselli di qualità e utili alla causa. La battaglia sul bomber la accantoniamo: quasi certamente non arriverà e se Cerci sta bene può comunque garantire il grande salto sebbene sia bastata l'assenza di Giannetti per rivedere vecchi fantasmi col tandem Djuric-Jallow. Occorrono, però, un esterno sinistro, un difensore esperto e un centrocampista completo specialmente se i tempi di recupero per Akpa e Kiyine fossero lunghi. Si riprenderà con un derby, altra sfida dal sapore di vendetta sportiva contro Improta e un Benevento che prese sei punti alla Salernitana anche grazie a qualche episodio arbitrale favorevole. Le ultime ore di mercato faranno capire le vere intenzioni di Lotito e Mezzaroma: lottare per davvero o vivacchiare sperando nei miracoli dell'allenatore e nella spinta della piazza. Magari risolvendo un altro e forse ultimo problema ereditato dal passato: la marea di infortuni e i tempi di recupero biblici.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 settembre 2019 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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