Sono d’accordo con chi dice che la Salernitana deve ripartire dalla prestazione offerta oggi, con lo spirito battagliero del suo allenatore, Leonardo Menichini, che (come si sa) è allievo di Carletto Mazzone, appunto il prototipo dell’allenatore di calcio indomabile. Da appassionato sportivo, e da giornalista non salernitano, vedevo il Pescara favorito perché in forma smagliante, ma vedevo anche una Salernitana che avrebbe espresso nuova grinta e una combattività che raramente si era vista negli ultimi tempi con il vecchio allenatore: il pareggio per 2-2 i tifosi debbono accettarlo, perché la classifica grossomodo non è cambiata. Non dimentichiamoci che la Salernitana oggi aveva giocato contro il Pescara, e imporre il pareggio alla formazione di Massimo Oddo non è roba di tutti i giorni: per poterlo fare serviva o la partita perfetta, o una grinta maggiore. Probabilmente tra le due cose si è vista la grinta, perché effettivamente, se consideriamo i due cartellini rossi, il secondo gol incassato dai granata e il mancato pareggio su calcio di rigore, proprio perfetta la partita non è stata. Però se la Salernitana si esprime come nel primo tempo e anche nel finale della ripresa, non avendo mai mollato, può mantenere la categoria, però bisogna provare a vincere gli scontri diretti e ridurre le incertezze in campo.

La gente che tifa Salernitana ha sostenuto giustamente i calciatori, ma se la società è stata contestata vuol dire che essa aveva commesso degli sbagli all’inizio, e lo staff arrivato da poco sta cercando comunque di porre rimedio a qualche errore che, se la posizione è la terzultima in classifica, c’è sicuramente stato. Le espulsioni avranno un peso a Terni, contro la squadra di mister Breda: non giocheranno Empereur e Zito, però i granata recupereranno Gabionetta che potrebbe essere l’elemento determinante se riuscirà a tenere in fase di allarme rosso gli avversari. La Salernitana può farcela, ma nessuno strafalcione sarà ammesso al “Liberati”.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 06 febbraio 2016 alle 21:00
Autore: Orlando Savarese
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