La Salernitana ce l'ha fatta: è riuscita nell'intento di salvarsi, ci è riuscita dopo una stagione molto difficile, tormentata da situazioni sfaverevoli e scelte palesemente errate. Quel che conta è aver mantenuto la categoria, anche se i tifosi si attendevano di più, in ragione di una piazza che per calore e numero di presenze allo stadio pretende cose migliori da chi indossa la maglia granata.

Una stagione difficile, cominciata bene con la grande vittoria in casa nel derby ma pian piano rivelatasi deludente. Sia le scelte del primo allenatore stagionale, sia tutta una serie di squalifiche e infortuni hanno condizionato l'andamento e la posizione in classifica della squadra. L'arrivo di nuovi giocatori nel giorone di ritorno (Gatto, Zito, ma anche Bagadur, difensore autore in due occasioni di reti fondamentali siglate in extremis) e il successivo cambio dell'allenatore, insieme a un attacco più prolifico ottenuto grazie alla caparbietà di Alfredo Donnarumma ed un rigenerato Massimo Coda e ad un centrocampo più efficace, hanno reso realtà, pur continuando a soffrire, una salvezza ottenuta con le unghie e con i denti, concretizzata dall'ottima prova finale ai play off. Nonostante la stupenda gara contro il Lanciano sia all'andata che al ritorno, in Curva Sud Siberiano il pubblico si è mostrato poco grato, giudicando il modo in cui giocatori si sono mostrati nel corso dell'intera stagione nel complesso. Forse l'atteggiamento dei tifosi, per quanto comprensibile, non rende particolare giustizia a molti elementi che invece hanno dimostrato tanto impegno, il punto però è che una piazza come Salerno si aspetta molto di più, è una piazza esigente, che pretende sempre costanza e impegno da parte di chi rappresenta la Salernitana.

Ad ogni modo, l'obiettivo è stato meritatamente raggiunto. Adesso molti giocatori andranno via, ma sarebbe forse il caso che molti di coloro ancora sotto contratto (tra i quali Coda e Donnarumma) restassero, per dare una sorta di continuità grazie alla quale poter ripartire: ricominciare completamente da zero potrebbe non essere una buona soluzione, mentre avere già una base di giocatori che tra loro si conoscono è senz'altro meglio.

Cosa aspettarsi per la prossima stagione? Non è ancora chiaro quali obiettivi si porrà la dirigenza, ma la speranza è di vedere una squadra non più in lotta per la salvezza bensì in grado di poter tenere testa anche alle compagini più blasonate.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 11 giugno 2016 alle 22:00
Autore: Matteo Di Palma
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