Da quando Angelo Fabiani è tornato in sella alla Salernitana, si sta confermando una curiosa tendenza: il primo innesto del mercato estivo è sempre il primo ad andare via. E’ accaduto praticamente sempre, basta andare indietro con la memoria per ricordare i casi Giacomini, Fall, Castiglia e Laverone, gente giunta tra mille aspettative ma che ha indossato la maglia granata in sporadiche occasioni. Lo stesso destino tocca a Mirko Esposito, difensore prelevato a titolo definitivo dal Siena che mister Ventura non ha mai preso in esame considerandolo un partente ancor prima di vederlo all’opera dal vivo per tastarne con mano le potenzialità e l’effettiva utilità alla causa. Ad ora ha rifiutato il trasferimento al Rieti, conferma del fatto che un’operazione anche minore ha senso se accompagnata da una precisa strategia. Del resto è ormai una consuetudine far firmare contratti pluriennali a calciatori provenienti dalla Lega Pro o dalla D, ma che a Salerno mettono piede soltanto quando la dirigenza gli comunica la nuova destinazione. L’elenco è lunghissimo, citiamo soltanto i vari Russotto, Kalombo, Adejo, Volpicelli, Cernigoi, Grillo, Cenaj, Altobelli, Cojocaru, Roberto (che Bollini bocciò dopo il primo allenamento), Milinkovic, Bellomo, Kadi, Svonja e Asmah, con il suo record di zero presenze in un anno anche quando la Salernitana era in piena emergenza difensiva. Modus operandi che è cambiato con l’avvento di un tecnico “all’inglese” che ha pieni poteri sul mercato e che agisce braccio a braccio con il presidente Claudio Lotito indicando quotidianamente promossi, bocciati e obiettivi.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 agosto 2019 alle 23:00
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print