É, finalmente, terminato il campionato di Serie B. Almeno per la Salernitana che non prenderà parte né ai play-off né, fortunatamente, ai play-out. La compagine granata chiude la sua stagione con 51 punti all'attivo, tre in meno dello scorso anno. Tre punti che sarebbero serviti a ben poco in termini di obiettivi dato che la Salernitana ha chiuso a nove lunghezze di distanza dalla zona play-off. 

Si potrebbe o dovrebbe parlare dunque di un fallimento dal punto di vista sportivo. Eppure venerdì sera, al triplice fischio della partita persa col Palermo, giocatori e tecnico sono usciti tra gli applausi dei tifosi presenti sugli spalti. Quei tifosi che hanno 'resistito' alla fuga dall'Arechi degli ultimi mesi e da cui la proprietà vorrà ripartire come annunciato più volte. Lotito e Mezzaroma però da buoni imprenditori dovranno pensare anche a come riportare allo stadio quelli che, pur in possesso di un abbonamento, hanno deciso di restare a casa negli ultimi mesi. Tornando agli applausi di venerdì sera va però analizzata una cosa: i giocatori probabilmente se li sono meritati avendo, quasi sempre, messo in campo impegno e dedizione al di là dei risultati. Giusto anche l'apprezzamento per Stefano Colantuono che ha avuto diversi meriti nel corso della sua gestione pur raccogliendo, in termini numeri, meno di quanto fosse lecito attendersi.

Ciò che 'sorprende' è la soddisfazione di buona parte del pubblico presente venerdì sera per un campionato che ha regalato poche emozioni: si dice che Salerno sia una piazza critica e difficile ma la situazione è cambiata. Le divergenze tra la parte più calda del tifo e Lotito sono rientrate (nessun coro all'indirizzo del co-patron, presente in Tribuna) e i più 'moderati' parlano giustamente di sostegno incondizionato. I critici invece restano a casa, arrecando danni solo alle casse del club. Resta da capire se questo sia un fattore positivo o negativo, ma tant'è.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 maggio 2018 alle 21:00
Autore: Paolo Siotto
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