Una sconfitta è sempre dura da metabolizzare, specialmente per una piazza ambiziosa come quella granata che vive di pallone. Ed ecco che all'indomani del 3-1 di Cittadella sono partiti, puntuali, i processi, col mister Colantuono in particolare ad essere finito sul banco degli imputati. Il ds Fabiani, intanto, ha preso le difese del tecnico romano, puntando il dito contro le disattenzioni di alcuni giocatori, come a ribadire che poi, dopotutto, non è l'allenatore a scendere in campo. C'è chi si è invece scagliato contro un Vitale a dir poco  e un Micai non impeccabile.

Colpe dei singoli o delle scelte tecniche? Un concorso di cause, probabilmente, ma voler trovare a tutti i costi un capro espiatorio risulta un esercizio sterile oltre che poco utile in questa fase del campionato. Innegabile che la Salernitana formato trasferta appaia copia assai sbiadita di quella ammirata in casa, complice un atteggiamento talvolta eccessivamente prudente. E' altrettanto vero che il calo di concentrazione di alcuni singoli in momenti topici della gara abbia messo in salita una partita, di fatto, piuttosto equilibrata. Il diritto alla critica è pur sempre parte integrante di questo sport, prendere o lasciare. Ma come nel successo, anche nella sconfitta le responsabilità vanno equamente divise, per non incorrere in valutazioni a dir poco parziali. Ora la Salernitana necessita soltanto di serenità per poter preparare al meglio il tour de force che la attende a dicembre, vero banco di prova per i granata. Un mese che ci saprà consegnare un'idea ben più chiara sulle reali aspirazioni di questo gruppo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 dicembre 2018 alle 23:00
Autore: Valerio Vicinanza
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