15 giorni di mercato hanno partorito l’arrivo di un esterno sinistro che l’anno scorso fu “sedotto e abbandonato” prima dell’arrivo di Lopez e che oggi arriva in un ruolo in cui la Salernitana è già coperta. Chi si aspettava di andare a Pescara col bomber che manca da tre anni, il regista d’esperienza e un grande difensore centrale che potesse sopperire alle lacune di Billong e Migliorini rimarrà deluso. Mentre il Benevento, già virtualmente promosso, mette mano al portafoglio e prende Moncini, l’Empoli ufficializza Tutino e La Mantia e tanti altri club trattano le prime scelte, a Salerno si giocherà uno scontro diretto con tre titolari squalificati e la necessità di fare i salti mortali per schierare un undici competitivo. Il comunicato di aprile non ammette repliche: Lotito e Mezzaroma hanno promesso investimenti per la rrprozione diretta e, questa squadra, certamente non è attrezzata per questo grande salto. I patron e la dirigenza non si accorgono che lo stadio è sempre più vuoto e la contrapposizione tra i 30mila nel giorno del centenario e i 1700 paganti delle ultime gare interne dovrebbe far riflettere. Invece la proprietà è assente ,il direttore sportivo continua a dire che non serve il centravanti, l’allenatore sta valorizzando per lo più i giovani della Lazio e molti elementi in rosa sono in prestito e pensano al proprio futuro a tinte biancocelesti. Come mai squadre come Benevento, Spal e Lecce hanno impiegato un solo anno per il doppio salto mentre la Salernitana deve vivacchiare in B? Perché a Roma il presidente Lotito vince e convince ma a Salerno deve ripetere il solito ritornello del “vi ho preso dall’Eccellenza” senza spiegare come mai in quattro anni si siano giocati due volte i playout salvandosi soprattutto per le disgrazie di Lanciano e Foggia? Abbiamo sempre detto che questo è un buon organico, ma chi vuole vincere deve allargare i cordoni della borsa in tempo utile e non aspettare i saldi del 31 gennaio. La verità è che questa Salernitana ha tutte le potenzialità per esplodere, ma nel momento decisivo fa un inspiegabile passo indietro. C’è da lavorare sotto tutti i punti di vista, non ci sono dubbi: marketing (i giovani non tifano per i colori granata, ma non si fa niente per riempire l’Arechi), comunicazione (mettere tutti nelle stesse condizioni di svolgere il proprio lavoro senza fare “a chi figlio e a chi figliastro”), rapporto con la piazza (compresa questa scelta di allenarsi a porte chiuse…ma non per tutti), settore giovanile. Nel bando pubblico emesso nell’estate del 2011 l’amministrazione comunale obbligava la società subentrante a puntare al raggiungimento della massima categoria valorizzando i giovani del territorio. Dal 2015 ad oggi questo percorso di crescita si è arrestato e spesso Lotito ha anteposto la valorizzazione dei laziali alla scalata della Salernitana. Chi porta 1000 persone in trasferta e 18mila paganti alla terza giornata di campionato merita molto, ma molto di più. Si faccia chiarezza, una volta per tutte. Queste ultime due settimane saranno le ultime per consentire a Lotito, Mezzaroma e Fabiani di proporre un progetto credibile. Altrimenti si dovrà iniziare ad avvalorare la tesi di chi parla di un galleggiamento eterno che emoziona meno dei tanti campionati di C che la proprietà rinfaccia con ironia.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 15 gennaio 2020 alle 00:22
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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