Salernitana imbattuta. Non accadeva da tempo, ad inizio campionato. La missione perfetta, il tre a zero rifilato ai patavini. Colantuono, da Anzio, le indovina tutte. Sacrifica Di Gennaro. “Consegna” la squadra a Di Tacchio. L’ex Avellino lo gratifica con una rete impreziosita da un sontuoso gesto balistico. Sblocca il risultato e mette la partita sui binari della discesa. Non vanno a segno gli attaccanti. Poco male il risultato lo timbrano gli esterni. Dijuric utile. Jallow, subentrato nella ripresa, risulta determinante. La “Siberiano” che a fine gara intona “ci stiamo divertendo” è tutto un programma. Tornano assieme allo stadio il “magno” e suo cognato Marco Mezzaroma. Segnali importanti in proiezione futura. Il risultato tondo rasserena molti animi.

Un siparietto inaspettato, ma divertente, quello che vede Lotito immortalato dai selfy con i tifosi. Segnale tangibile di un armistizio che può portare alla completa riconciliazione. Potere dei risultati. Ma si sa questo è il calcio. Mai dare segnali di meraviglia. Venerdì tutti a Benevento. Osservatorio e preposti all’ordine pubblico permettendo. Una autentica corazzata i giallorossi. Potrebbe essere una cartina di torna sole per verificare il vero potenziale dei granata. Si dirà, il campionato è soltanto agli inizi. Vero, i campionati si decidono in primavera, ma superare indenni questi “bilancini” di verifica serve per inviare messaggi trasversali a tutti gli avversari. E poi, come si usa dire, vincere fa tanto morale e chi ben comincia è a metà dell’opera. Venerdì 21 settembre tutti di nuovo a Palazzo H, sul lungo Tevere romano.

L’ennesimo capitolo di una estate infelice per il calcio italiano. Tutti con il naso in su per conoscere le decisioni definitive del Collegio di Garanzia. Di fronte alle contraddizioni rimediate dal commissario Fabbricini, nell’interpretare il suo mandato, passa in secondo piano anche l’interesse sul format. 19 o 22 squadre decidetevi. Purchè si torni a parlare di calcio giocato. Di “marionette” se ne sono viste e fatte tante. E’ ora di dire basta. Basta vuol dire anche arrivare, indenni, al 22 ottobre. La data stabilita per eleggere il presidente della Federcalcio. Una corrente politica, filo Malagò, Cairo, Miccichè, sostiene l’ipotesi di una candidatura Andrea Abodi. Il 73 per cento dei “ribelli” (Lega Pro, Dilettanti, calciatori ed arbitri) ha deciso di trovare all’interno della coalizione il suo candidato. Il pericolo di non arrivarci indenni giunge, come al solito, dal consueto voler giocare su due piatti di Tommasi e dei suoi sodali. I calciatori stanno tirando indietro il fondo schiena. Nel contesto potrebbe avere un ruolo determinante Lotito il “magno”. Perchè mai? Conta alleanze importanti in serie A e B. Orientativamente, quantificando, un buon 8 per cento costituito dalle società che lo seguono. Claudio Lotito desidera rientrare in Consiglio Federale dalla porta principale. Presidente della Lega di Serie B. E perché no? Attenzione quindi perché quell’otto per cento, unito al 53 messo sul tavolo da Sibilia, Gravina e Nicchi, fa “tanta roba”. Una soluzione che metterebbe fuori uso gli avversari di Lotito ed anche i calciatori (sarebbe anche ora). Manca soltanto un mese all’assemblea elettiva della Federcalcio. I giochi politici, le danze, hanno già avuto inizio. Il “magno” è uno stratega impareggiabile. Non bisogna mai sottovalutarlo. C’è da aspettarsi di tutto.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 settembre 2018 alle 23:00
Autore: Vittorio Galigani
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