Troppo brutta per essere vera. Questo il commento unanime sulla Salernitana sconfitta in modo netto e inequivocabile a Benevento. Un passo falso che fa riflettere. Alla prima vera prova del nove della stagione, i granata affondano sotto i colpi del Benevento. L’unica nota positiva in terra sannita sono  gli oltre duemila tifosi che hanno incitato la squadra fino all’ultimo secondo. Mister Colantuono deve spiegarsi la pazzesca metamorfosi di una squadra che da cigno, o quasi, si è trasformata in brutto anatroccolo. In realtà c’è ben poco da salvare della gara del Vigorito. Qualche parata di Micai, che ha evitato un passivo più pesante; qualche tentativo di accendere la luce di Di Gennaro in un clima da buio pesto. Se vuoi fare una partita difensiva non puoi giocare con il 3-5-2 se non hai gli interpreti giusti: eravamo in sofferenza sulle fasce. A destra il Benevento giocava con i vari Maggio, Tello e Ricci mentre i granata agivano con i soli Casasola (adattato) e Castiglia. Sulla fascia sinistra i giallorossi spingevano con Letizia, Bandinelli e Improta contro la diga Akpra e Anderson che perdeva acqua da tutte la parti. A centro tre difensori sprecati su Coda. Per non parlare dell’attacco. Djuric si conferma una forte delusione: i gol non li ha mai fatti. Non si capisce l’ingresso di Vuletich. Serviva un giocatore come Bocalon che attaccasse la profondità. Al di là di come doveva giocare, la Salernitana incamera una sconfitta bruciante e meritata ma soprattutto torna da Benevento con qualche inquietudine in più e qualche certezza in meno. Ora il mister deve essere bravo a lavorare sul morale dei ragazzi. In questi casi conta l’equilibrio, soprattutto mentale di non abbattersi troppo, così come non era il caso di illudersi in precedenza. L’unico modo per ritrovare serenità e le giuste convinzioni sarà dato dal superamento della prossima prova, ovvero la gara interna (martedì) contro l’Ascoli. Bisognerà voltare pagina subito e capire i motivi di questo black out. Si aspetta una reazione della squadra e probabilmente non mancherà la chiamata a rapporto del patron Lotito. Perdere ci può stare, ma rimanere travolti sotto i colpi dell’avversario deve fare riflettere.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 settembre 2018 alle 23:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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