Vizi da generale e paga da soldato. E' uno dei tanti termini coloriti che ha utilizzato a più riprese Claudio Lotito per definire la tifoseria salernitana. Quella che, a differenza del passato, si è riscoperta improvvisamente esperta di marketing, settore giovanile, regole federali, plusvalenze e calciomercato dimenticando che, chi ama la maglia, dovrebbe emozionarsi a prescindere. Altri tempi, altra mentalità. Quella che spingeva migliaia e migliaia di persone a mangiare pane e Salernitana sui gradoni del Vestuti nonostante 30 anni di fila in terza serie. Nessuno parlava di galleggiamento e non esistevano quei social che danno voce a chiunque, soprattutto a coloro che anche stasera hanno atteso spasmodicamente che arrivasse una sconfitta per sfogarsi. Un Arechi così vuoto è imbarazzante, non ci sono giustificazioni. 5500 spettatori li faceva il Salerno Calcio in serie D, è inammissibile che una piazza che pretende sempre di più non sia in grado di garantire massimo sostegno a questo gruppo straordinario che, con tutti i suoi difetti, sta gettando il cuore oltre l'ostacolo. L'amarezza di Ventura era evidente, il mister ha ammesso che c'è un problema di fondo da risolvere aggiungendo legittimamente che la squadra non può pagare la contestazione nei confronti della proprietà. Il paradosso, tuttavia, è che sarà esodo a Perugia, mentre col Pisa si prospetta un altro minimo stagionale.

Intanto, però, la classifica torna a strizzare l'occhio. Hanno vinto quasi tutte, ma la Salernitana è virtualmente salva, ha già 4 punti in più dell'anno scorso con 13 partite ancora a disposizione, è stabilmente nei playoff, ha conquistato il sesto successo di fila in casa (nel mirino il record di Cagni in B nel 99-2000), non prende gol tra le mura amiche da quasi 350 minuti e, senza infortuni e torti arbitrali, poteva essere tranquillamente al posto del Frosinone e con ampio margine sulla terza. Nota di merito? Agli ultras, allo zoccolo duro, a quella curva che ha cantato per tutta la partita. Ad Akpa Akpro, pronto a rincuorare Cicerelli in un momento di difficoltà suscitando l'approvazione dei presenti. A Billong, abile a farsi trovare pronto per la seconda gara su tre. A Cerci, atteso per mesi e ancora in debito con la piazza. Ora si va a Perugia, peggior avversario non poteva capitare. I biancorossi avranno il dente avvelenato, non sono così scarsi come dice la classifica, stanno perdendo da un mese e mezzo e potrebbero cambiare ancora allenatore. Sarebbe stato bello giocarla con tutti i titolari a disposizione. Ma espugnare il Curi in emergenza significherebbe candidarsi davvero per il grande salto. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 04 marzo 2020 alle 01:29
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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