Sabato l’Arechi non ospiterà una gara come tutte le altre: tornerà a casa un idolo indiscusso della tifoseria granata, l’ex capitano Roberto Breda. Il tecnico trevigiano, ora alla guida dell’Entella, riabbraccerà una tifoseria che ancora oggi lo elegge a simbolo della storia granata. Per capire meglio cosa c’è dietro il rapporto magico tra Breda e Salernitana, la nostra redazione ha contattato un noto tifoso granata, nonché amico stretto proprio di Breda, l’avvocato Andrea Criscuolo. Queste le sue parole:
Innanzitutto vogliamo capire cosa rappresenta Breda per il tifoso salernitano e cosa vogliono dire i colori granata per Breda
“Per i tifosi della Salernitana, Roberto è “il Capitano”, anche più di Agostino Di Bartolomei. Il fatto che non sia un salernitano, ma che lo sia diventato ad honorem, poi fa ancor più riflettere. Lui a Salerno, tra gli anni da calciatore, e quelli da assessore ed allenatore, ha vissuto più di 15 anni. Rappresenta la storia della Salernitana, e clamorosamente più passa il tempo, più questo amore nei suoi confronti si rafforza. I ragazzi, che non lo ricordano da calciatore, lo fermano ugualmente quando viene in città. Questo perché sono cresciuti con il mito di Breda, del capitano che ha sempre incarnato i valori della “salernitanità” pur non essendo originario di qui. Per Roberto, invece, Salerno rappresenta un’isola felice, un posto dove si rifugia per ricaricare le pile, insomma una seconda casa. Chi non lo conosce bene potrebbe pensare che sia una persona fredda, ma lui quando torna a Salerno vive un turbinio di emozioni che lo travolge in maniera viscerale, e quando parla di questa città si emoziona. Per l’affetto che riceve quanto torna qui, io gli ho più volte ribadito che, dopo De Luca, per i salernitani c’è lui”.
Sicuramente Breda porta con sé molti aneddoti di quando era a Salerno, ma qual è quello che ricorda con maggiore emozione?
“Senza ombra di dubbio il gol all’Avellino. Il gol che lo trasformò in “Roberto Breda” agli occhi dei salernitani. Lo striscione Breda al 76’ resterà per sempre simbolo della Salernitana, e da lì in poi è nato un feeling che non si è mai più interrotto”.
Abbiamo parlato del passato, ora concentriamoci sulla storia recente, e sull’ultimo precedente tra Salernitana e Breda, con il poker che la sua Ternana rifilò ai granata nello scorso campionato. Quanto è pesata quella partita, vinta in quel modo, a Breda?
“Io mi trovavo proprio a casa sua quel giorno, dopo la partita aspettammo tutti insieme che rientrasse, e quando lo fece mi chiese addirittura il permesso per poter entrare. Questo per farti capire quanto, nonostante sia un professionista esemplare ovunque alleni, fosse dispiaciuto di aver battuto così sonoramente la Salernitana, perché nel suo cuore ci sono solo i granata”.
Ora sabato arriverà all’Arechi alla guida dell’Entella, che partita ti aspetti in campo e sugli spalti?
“Sugli spalti ci sarà sicuramente un’accoglienza da pelle d’oca, e lui se lo aspetta, perché è come se giocasse in casa da un punto di vista personale. L’attesa per il suo ritorno è spasmodica, addirittura l’addetto stampa dell’Entella ha dovuto rifiutare il gran numero di richieste pervenute per sentire Roberto, concedendo solamente un’unica intervista sui canali ufficiali. Sarà la storia della Salernitana che torna nella propria casa. Sul campo invece sarà una partita difficile, l’Entella è una squadra ostica da affrontare, soprattutto quando gioca tra le mura amiche. D’altro canto lontano dalla Liguria stanno avendo molto problemi, essenzialmente di personalità, quindi una Salernitana aggressiva fin dalle prime battute, può tranquillamente conquistare i tre punti”.
Chiudiamo con una domanda scontata, ma dovuta, Roberto Breda tornerà mai ad allenare la Salernitana?
“Questa è una domanda a cui è difficile rispondere, ma il mio personale pensiero è che lui pima o poi tornerà, per chiudere un cerchio rimasto aperto dalla finale play-off persa col Verona, e quando lo farà ci siamo già promessi di andare a piedi fino a Pompei. Questo fa capire molto di cosa significa Roberto per i salernitani e per me, che ho tatuato il numero 4 della sua maglia sul braccio”.
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