Dopo la battuta d'arresto col Venezia, la Salernitana è decisa a proseguire la sua marcia verso le zone alte di classifica e mette nel mirino lo Spezia, prossimo avversario di domani allo stadio Arechi. Un semplice incidente di percorso, quello del Penzo, come ha ribadito ai nostri microfoni anche l'ex difensore granata Antonio Bocchetti, che a Salerno conquistò la promozione in Serie B nel 2015. L'attuale dirigente sportivo del Fano, intervistato in esclusiva dalla nostra redazione, ha fatto i complimenti alla società di via Allende per la rosa allestita e dichiarato di ispirarsi, per la nuova vita dirigenziale, al ds Fabiani. Di seguito l'intervista completa:
La Salernitana viene dalla seconda sconfitta stagionale, quella maturata al Penzo di Venezia, che ha interrotto una serie positiva di sei partite. Crede sia mancato qualcosa o che sia stato un semplice incidente di percorso?
“E' mancato solo il risultato. Il campionato di Serie B è difficilissimo, il cambio di guida tecnica ha dato al Venezia qualcosa in più. La Salernitana è stata sfortunata a prendere una squadra che, in questo momento, è in salute, tutto qui. Penso che nell'arco di un campionato si può perdere a Venezia. La Salernitana ha tutto per fare un campionato da vertice”.
Quale crede sia il punto di forza della Salernitana di quest'anno?
“La squadra si è rinforzata anno per anno e quest'anno ha fatto qualcosa in più. Penso che abbia fatto qualcosa di davvero importante in attacco. C'era già una forte solidità difensiva, ma quest'anno ha dato una marcia in più in zona offensiva, con giocatori duttili e di qualità. La società si è mossa benissimo in tutti i reparti”.
In che posizione collocherebbe, a fine anno, questa Salernitana?
“Tutto sta nell'entusiasmo della piazza. Un risultato positivo o negativo può cambiare l'inerzia dell'entusiasmo. Penso che, se la Salernitana continua con questo trend positivo, la piazza e i calciatori si autoconvincono del proprio valore. E' la piazza, poi, che trasporta i calciatori a fare qualcosa di importante. Ci vuole un mix giusto, che, in questo momento, sta funzionando e non penso che uno stop a Venezia possa cambiare l'inerzia delle cose”.
Lei ha vissuto sei mesi importanti a Salerno, culminati con la promozione in B. Quali sono le componenti necessarie per poter raggiungere simili successi?
“Si devono incastrare tante cose. L'entusiasmo è importante, credo che una piazza capace di portare anche venti o venticinquemila spettatori allo stadio sia un trasporto importante ed uno stimolo in più per i giocatori. In ogni caso vincere aiuta a vincere. La Salernitana poi ha una società forte, con un dirigente come Fabiani che è tra i migliori d'Italia, un allenatore navigato e un'ottima squadra. Tutte componenti che possono portare a qualcosa di importanti, quest'anno si è alzata l'asticella”.
Che ricordi ha di quella breve ma intensa esperienza in granata?
“Vincere ti lascia sempre qualcosa di bello dentro. Dopo l'esperienza di Pescara, una seconda casa per me, andai a Pagani, dove facemmo un campionato molto tranquillo, perché la squadra doveva salvarsi. Ributtarmi a livello mentale in una piazza, come quella di Salerno, dove si deve vincere a tutti i costi, si innesca qualcosa di importante. Ho trovato un gruppo di ragazzi straordinari, come capitano Pestrin, Bianchi, che ora lavora con la Salernitana. Tutti giocatori importanti grazie a cui abbiamo cambiato marcia. Abbiamo fatto il nostro dovere, vincere. Quell'anno abbiamo fatto qualcosa di straordinario, il segreto risiede nella dirigenza. L'artefice di quell'importante unione di squadra fu, oltre al capitano Pestrin, il ds Fabiani. Ogni giovedì ci vedevamo tutti con le nostre famiglie, andando al karaoke o a cenare insieme. Si formò un gruppo unitissimo come voleva Fabiani, perché sapeva che soprattutto così si vince”.
Ora lei può valutare meglio il lavoro di Fabiani, con gli occhi da ds...
“Ci ho lavorato per sei mesi, ma ora lo conosco da tanti anni, ci incrociamo spesso. Penso bisogni 'rubargli' dei segreti perché è un dirigente competente. Il lavoro di direttore sportivo mi soddisfa, è un ruolo che permette di fare molte cose. Cerco di prendere il meglio dai ds che ho conosciuto e 'rubo' certamente a Fabiani componenti come l'unità del gruppo, oltre al modo di condurre le trattative. Bisogna sempre imparare dalle persone più brave di te. Io sono l'ultimo arrivato e ho tanta voglia di imparare”.
Nel suo ultimo anno da calciatore, in quel di Pagani, ha giocato con un con un giovane Emanuele Cicerelli, poi acquistato dalla Salernitana. Attualmente il giocatore è in prestito al Foggia dove sta facendo un ottimo campionato. Cosa ci può dire di lui? Può rappresentare un investimento futuro per i granata?
“E' un giocatore che mi piace tanto, un giocatore moderno capace di fare entrambe le fasi e di ricoprire tre ruoli. Ha qualità tecnica, ha corsa. E' chiaro che occorre fiducia. Penso che la Salernitana non l'abbia tenuto perché non sia adatto ai moduli adottati. A Foggia, invece, credo che il 4-3-3 sia più adatto a lui, penso che la scelta sia stata dettata soprattutto da questo. Credo che in futuro sia un giocatore che possa fare molto bene in Serie B, come lo sta dimostrando anche Deli. Da Pagani, negli ultimi anni, sono usciti tanti giocatori forti, anche se non se ne parla tanto. Almeno dodici-tredici giocatori lanciati dal presidente Trapani oggi giocano in cadetteria. E' una società che lancia giovani importanti”.
In conclusione, da ex Pescara, è sorpreso dal primo posto degli abruzzesi? Chi vede favorito per la promozione?
“Il Pescara non mi sorprende, ha dei giocatori veramente importanti e una dirigenza valida. Il presidente Sebastiani, il direttore sportivo Luca Leone e il direttore tecnico Giorgio Repetto sono tre figure importanti che, con un mix di giovani e meno giovani nello spogliatoio e un allenatore navigato come Pillon, sta facendo bene. I biancazzurri non sono una sorpresa, ha una rosa forte formata da tanti giovani. Facendo giocare dei '98 e '99 è più difficile, ma sono giovani davvero validi. E' una società che ha investito tanto, soprattutto nelle infrastrutture, e i risultati non sono casuali. Mi aspettavo qualcosa di più da altre società, ma penso che il Pescara sia tra le candidate alla promozione, anche se dipenderà da come evolveranno le cose”.
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