Graditissimo ospite della nostra rubrica pomeridiana in onda sulla pagina Instagram di TuttoSalernitana, l'attaccante del Savoia Luca Orlando ha chiacchierato in diretta con noi e con tutti i tifosi che hanno interagito lanciando messaggi distensivi tra il popolo granata e quello partenopeo. In molti hanno auspicato che entrambe possano concludere la stagione con una promozione e ritrovarsi a calcare palcoscenici più prestigiosi, un segnale distensivo che rappresenta un autentico spot per il calcio. Nel corso della video-intervista sono intervenuti anche ex granata come Rinaldi, Romondini e Camorani, un angolo amarcord che ha regalato belle emozioni alle centinaia di persone che hanno seguito il "live" spronandolo a segnare ancora all'ombra del Giraud. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Emergenza Coronavirus, qual è la sua opinione?
"Anzitutto mi preme ringraziare la società del Savoia che si preoccupa quotidianamente della nostra salute e resta costantemente in contatto con i calciatori. Nessuno poteva aspettarsi una cosa del genere, siamo a cospetto di una tragedia che miete vite umane e ci costringe a stravolgere le nostre abitudini di vita. La salute è la prima cosa e credo sia stato giusto fermare tutti i campionati. Atteniamoci a quanto sarà disposto dal Governo, non possiamo fare altro".
Secondo lei i campionati riprenderanno? Lotito si sta battendo molto affinché si possa tornare in campo...
"Naturalmente ci sono tanti interessi in gioco, ma la salute deve avere la priorità su tutto. Annullare i campionati definitivamente creerebbe inevitabilmente vantaggi per qualcuno e danni per altri, immagino cosa provi Lotito con una Lazio a ridosso della prima e la Salernitana in zona playoff. Mi auguro che le stagioni possano completarsi, noi calciatori dobbiamo essere pronti a giocare ogni tre giorni e fino ad estate inoltrata. Taglio degli stipendi? Ognuno di noi è chiamato a dare un contributo, naturalmente in proporzione ai guadagni e alla categoria d'appartenenza. Anche sotto la serie D ci sono realtà che fanno sacrifici e vanno tutelate".
Come procede la sua avventura col Savoia?
"Ci dicono siamo stati sfortunati a beccare il Palermo nel nostro girone, ma è capitato anche alla Turris con il Bari un anno fa. Fa parte del gioco, anzi esalta ancora di più il grande campionato che stiamo facendo. Qui ho trovato un bel gruppo, una società organizzata e tanta voglia di fare. Vincere lo scontro diretto fuori casa ha rappresentato un momento di esaltazione per tutti, che entrerà nella storia. Nulla, ovviamente, sminuisce i meriti di una realtà blasonata come quella rosanero".
C'è chi dice che lei è "troppo serio" per il calcio di oggi e che non è inferiore agli attaccanti che fanno la B a Salerno. Forse nel calcio la meritocrazia non esiste...
"Nell'arco di una carriera ognuno raccoglie quello che merita. Qualcuno mi rimprovera di essere poco social, ma credo che noi calciatori dobbiamo dimostrare il nostro valore sul campo e conquistare la gente non sul web ma con il sudore e il sacrificio quotidiano. Se Giannetti, che stimo moltissimo, Jallow e Gondo giocano in B e io no ci sarà un motivo, ma sono contento del percorso che ho fatto. A 29 anni ho già un bel po' di avventure da raccontare e posso ancora togliermi le mie soddisfazioni. Magari, chissà, vincendo il campionato col Savoia. Nel frattempo ringrazio i tifosi granata che mi hanno manifestato stima negli anni".
Angolo amarcord. La sua doppietta in B nel giorno in cui la Primavera si giocava l'accesso ai playoff col Bari e i migliori furono aggregati ad una squadra ormai retrocessa. Sensazioni contrastanti, è d'accordo?
"Mi fai tornare indietro di 12 anni, ricordi tutto perfettamente. E' vero, la Primavera si giocava all'Arechi una partita importantissima, ma fui convocato in prima squadra ed ebbi la possibilità di esordire in B da titolare con una doppietta contro il Gallipoli. Una emozione unica, peccato solo per l'annata di una Salernitana molto più forte di quanto non dicesse la classifica. C'era gente del calibro di Fava, Dionisi, Merino, Cozza, Caputo, Jadid e Fusco, le classiche stagioni che nascono sotto una cattiva stella e non ti danno modo di recuperare. Ricordo anche che, a fine gara, chiesi immediatamente ai miei genitori cosa avesse fatto la Primavera".
L'anno dopo, nella "Salernitana degli eroi", non trovò spazio un calciatore del suo valore. Come mai?
"In ritiro si lavorava sul 4-3-1-2 ed ero la punta accanto a Fava. L'arrivo di Ragusa spinse il mister a cambiare modulo e si passò al 4-3-3, ero chiuso ulteriormente quando la Salernitana riconfermò Montalto e acquistò Litteri. Parlai con Breda e decidemmo che fosse meglio partire in prestito: fu l'anno della vittoria del campionato con la Paganese. Poi la Salernitana fallì a fine stagione e mi ritrovai svincolato".
Il gol più bello della sua carriera?
"E' vero quanto ricordano i tifosi che ci stanno seguendo: il gesto tecnico della rovesciata è nel mio DNA. Ne ho segnati abbastanza, ma ricordo molto volentieri la rete contro la Reggina in un Granillo strapieno. Avevo firmato per il Messina tre giorni prima e fu il bigliettino da visita. Un'emozione unica".
Salernitani poco considerati, a Salerno arrivano molti laziali. Lei, da tifoso granata, come vive questa situazione?
"Sono scelte societarie che fanno parte del gioco e vanno accettate, è naturale che un salernitano tifoso della Salernitana darebbe ancora di più alla maglia granata onorandola con amore e professionalità. Non è detto che la politica di Lotito sia sbagliata, ovviamente: poter svezzare giovani di prospettiva in una piazza prestigiosa può rappresentare un vantaggio per tutti".
Negli anni il suo nome è stato accostato spesso alla Salernitana. Ci sono mai state concrete possibilità?
"Nel 2015, dopo la promozione in B, ci fu più di un contatto. Sembrerà strano dire che non si sono verificate le condizioni per la fumata bianca, ma purtroppo è andata così. Mi avrebbe fatto piacere, ma seguo comunque con affetto la Salernitana e mi auguro possa tornare in A".
Arechi vuoto: quanto fa male?
"Posso dire che è una situazione che si verifica in tutti gli stadi d'Italia, anche in altre categorie solitamente c'era un boom di spettatori e oggi gli spalti sono vuoti. Le cause sono tante, qualcuno punta il dito anche contro i calciatori che, come ho detto prima, oggi sono diventati personaggi social mentre prima ci vedevano soltanto in campo la domenica. A volte non mi riconosco in questo calcio, può darsi che per la gente sia la stessa cosa. Ma la passione dei salernitani è fuori discussione".
Chiudiamo con questa previsione: Salernitana in A, Savoia in C e lei che torna a Salerno?
"Mi sembra un sogno, una utopia. Diciamo così: Salernitana in A, Savoia in C e una bella soddisfazione nella mia carriera in una società che ringrazio per avermi dato la possibilità di rilanciarmi e di fare questa intervista".
Si ringrazia la società del Savoia Calcio
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