Salerno gli spalancò le porte del calcio italiano. E lui, nonostante le difficoltà iniziali, ricambiò con gol pesanti che valsero la salvezza in serie B. Ricordi indelebili nella mente di Aniello Aliberti, ex patron della Salernitana che 23 anni fa scommise su Phil Masinga, ingaggiandolo dagli svizzeri del San Gallo. L’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano conserva tanti aneddoti del calciatore sudafricano, scomparso prematuramente all’età di 49 anni. "Era un mite, intelligente, buono di carattere. Amante della propria famiglia. Una grande e brava persona", racconta Aliberti a ottopagine.it, riavvolgendo il nastro e ripensando a quell’annata, la prima in Italia per Masinga. "Giocava in una società svizzera e ci fu segnalato da un procuratore dell’epoca, Vinicio Fioranelli, con il quale avevamo contatti. Noi vedemmo un po’ di videocassette, qualche partita e decidemmo di acquistarlo".

Ma l’inizio della sua esperienza in granata non fu agevole. "Quando arrivò - ricorda l’ex patron - incontrò notevoli difficoltà a Salerno perché dopo poche apparizioni fu bollato come uno che poteva al massimo vendere le banane ai semafori. E così il giocatore dopo un paio di mesi voleva andare via. Ma soltanto perché veniva messo in discussione il valore del calciatore. Nel frattempo gli mettemmo a disposizione un’insegnante per fargli imparare la lingua e dovetti convincere la moglie a non farlo andare via. Lei ci riuscì e Masinga ebbe modo di dimostrare sia il valore di calciatore che quello di uomo".

A Salerno tutti lo ricordano per quel gol segnato al Castel di Sangro al minuto 88 di una partita che valeva la salvezza. "Qualche giorno prima - racconta Aliberti - aveva giocato a Londra con la Nazionale del Sud Africa. Ma per noi era importante averlo a disposizione per quella partita. E allora ci organizzammo con il presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni che aveva un aereo di proprietà. Lo convinsi a prestarcelo per fare in modo che Masinga potesse rientrare in tempo per la partita. L’amministratore del club Michele Aliberti, accompagnato dall’avvocato Giovanni Del Grosso andarono a Londra, videro la partita e poi convinsero il team della Nazionale a farlo rientrare subito dopo il match. La domenica entrò a gara in corso e segnò il gol-salvezza". L’anno dopo, poi, per Masinga si spalancarono le porte della serie A. "Il direttore sportivo del Bari, Carlo Regalia, da uomo esperto di calcio, ci vide giusto – conclude Aliberti -. La scommessa fu vincente, giocò due-tre campionati in massima serie e segnò diversi gol. Anche questo ci fece piacere perché confermò la bontà delle nostre scelte".

Sezione: News / Data: Lun 14 gennaio 2019 alle 20:00
Autore: TS Redazione
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