Un derby si gioca camminando su un filo sottile di... psicologia. Vale tutto: un'idea, una parola ben spesa, persino il silenzio. Ognuno abbraccia la propria strategia e prova a farne il miglior uso possibile. Ventura, ottimo comunicatore, s'è regalato una conferenza in anticipo. Amabile come sempre, ha fatto intendere che porterà Cerci in panchina. Quasi a voler mettere paura ad un avversario che è imbottito di ex giocatori di serie A. “Voi avete Sau, Hetemaj, Viola, Caldirola? E io rispolvero Cerci”. Non le ha pronunciate queste parole, anzi è stato molto prudente sull'eventuale utilizzo dell'ex romanista, che è ancora lontano da una condizione apprezzabile a intorno a cui probabilmente va modellato un assetto diverso, ma l'intenzione probabilmente è quella. Mettere un po' di pressione negli avversari. 

Ma al di là della suggestione Cerci, il Benevento deve tenere in debita considerazione altri giocatori. Giannetti e Jallow, innanzitutto. L'ex partner di Sau nel Cagliari e il gambiano appena eliminato dalla Coppa del Mondo con la sua Nazionale. Due attaccanti che danno pochi punti di riferimento e a cui piace partire da lontano, magari facendo l'elastico con quel centrocampo che si presenta come una vera e propria “linea Maginot”: Odjer, Di Tacchio, Firenze, con i due esterni sulle corsie Kiyine e Cicerelli. Eppure l'ex ct azzurro ci sta pensando ancora, forse sceglie Maistro, più centrocampista e maggiormente strutturato, al posto di Firenze, che ha vocazioni offensive. Perchè a guardarla bene quella linea mediana granata ha forse troppi giocatori votati all'attacco e trovarsi di fronte una squadra come il Benevento spinge ad essere più prudenti. E' allora per dar man forte a Odjer e Di Tacchio, che devono costruire e far legna, il giovane ex reatino Maistro può essere l'ideale, anche se il suo utilizzo porterebbe al sacrificio di un giocatore bravo come Marco Firenze.

Tra le righe della conferenza, Ventura ha fatto intendere che non andrà all'attacco con la benda sugli occhi: “Non saremo mai presuntuosi, non ho mai visto un presuntuoso che vince”. Dunque c'è da attendersi uno schieramento equibrato e che metta il massimo dell'attenzione nelle coperture.

Il Benevento sa che non c'è un tempo buono per mostrare la propria forza: anzi, prima si fa e meglio è. Glielo ha consigliato uno come Luciano Moggi, discusso quanto volete, ma che di calcio ne sa una più del diavolo: “Vincere subito fa bene all'autostima, più vinci e più gli avversari hanno paura di te. E quando si ha paura spesso si perde”.

Quella dell'Arechi sarà una partita diversa dalle due ultime giocate contro Pisa e Cittadella: i toscani puntarono tutto sul non far giocare gli avversari, i veneti sono alla ricerca di se stessi e troppo smarriti. La Salernitana ha la forza dei suoi sei punti in classifica e dei quindicimila dell'Arechi. Armi a doppio taglio: se ne sapranno fare buon uso, metteranno in difficoltà il Benevento, altrimenti potrebbero incartarsi. Inzaghi tutto questo lo sa, proverà a non correre rischi eccessivi dietro, ma cercherà sempre la vittoria. Perchè lui la lezione la conosce già: quando si scende in campo è sempre il momento giusto per vincere.

Sezione: News / Data: Dom 15 settembre 2019 alle 09:30 / Fonte: ottopagine.it
Autore: TS Redazione
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