“Ho sentito Gregucci prima di Crotone e prima di Livorno. Concordiamo su un aspetto: la Salernitana non è una squadra scarsa, tant’è che a un certo punto del campionato si è pure ritrovata terza in classifica. Il problema è di durata, di tenuta e quindi di gestione della condizione fisica. In B c’è una sola parola d’ordine: resistenza. Occorrono squadre che reggano, altrimenti la lungo degenza e l’assenza prolungata dai campi di calcio condizionano le scelte o finiscono per limitarle all’osso”. L’ex ds granata, ora intermediario di mercato, Giuseppe Cannella, nell’intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino analizza così la stagione della Salernitana. La sfida – bivio contro il Venezia… “Non credo che nel prossimo turno il mister si giochi tutto, perché in realtà secondo me non rischia niente. Premesso che il Venezia non scoppi di salute, in questo momento la Salernitana può essere solo premiata o penalizzata dagli episodi: un allenatore, ad otto gare dalla fine, non gliela dà più un’identità, chiunque venga. Perciò è inutile cambiare. Una squadra gira e funziona se può contare sul rendimento costante di tanti singoli, almeno dodici-tredici. Si può ovviare a una, due cartelle cliniche. Se, però, la Salernitana deve aspettare Djuric, deve aspettare Calaiò che non giocava da tempo, poi rinuncia a Di Gennaro, poi deve riabilitare Bernardini, perde sul più bello AkpaAkpro e Schiavi che hanno una storia muscolare particolare, l’impresa si fa ardua”.

Su Djavan Anderson. “Ho portato Djavan Anderson al Bari: se mi chiedete come può giocare, vi rispondo che uno tra lui e Casasola è di troppo nell’undici base. Gregucci dice che la migliore squadra è stata quella di Palermo. Che succede,però,se devi fare l’andatura? Si pretende che la Salernitana vada all’attacco ma deve avere anche gli strumenti per farlo. Se recupera il migliore Akpa, il centrocampo risolve il 90% dei guai,perché Di Tacchio è più libero. Lui, Mazzarani, Di Gennaro sono, infatti, giocatori che amano il ragionamento e lavorare il pallone: se gli saltano addosso, finisce il cinema”.

La contestazione dei tifosi La tifoseria oggi non ha smesso di palpitare. E’ delusa e sciopera. Sento parlare talvolta di pressione ambientale ma è una giustificazione che non regge. Ne discutevo anche con il co-patron Mezzaroma, qualche tempo fa, dopo averlo incrociato per caso nella dimora di Lotito mente si parlava di Lazio. Impossibile, però, non discutere di Salernitana, perché è un fatto di epidermide che ha spinto pure Gregucci ad accettare, nonostante le difficoltà. Il co-patron Mezzaroma analizzava diversi aspetti ma ne faceva anche e soprattutto un discorso di tipo emotivo, caratteriale. Non so, mi pare strano: ci sono tanti vecchietti in squadra, tanti giocatori esperti. Vogliamo insegnare il carattere che ne so… a Perticone, Calaiò,Lopez? La B è il campionato della continuità, della freschezza e della forza fisica. Se il giocatore non fa della condizione atletica la sua qualità migliore, a mio avviso non è più da Serie B. Ripeto: la squadra è stata costruita con le caratteristiche della solidità ma deve durare, non deve spegnersi a gennaio. A Venezia nel 2003-2004, in un campionato a 24 squadre con Palermo,Atalanta, Fiorentina, Napoli, Torino e Genoa, Gregucci fece il miracolo. Gli auguro lo stesso miracolo, centrando l’obiettivo che aveva immaginato il club. Si fa fatica,però,a dare un’impronta a questa Salernitana. Si fa fatica a metterla in campo”.

Sezione: News / Data: Ven 22 marzo 2019 alle 14:30
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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