Intervenuto telefonicamente durante la trasmissione "TuttoSalernitana" in onda ogni giovedì alle 19 su RadioMpa, il tecnico dell'Avellino Ezio Capuano ha dichiarato quanto segue rispondendo anche alle domande dei radioascoltatori di Salerno che sono apparsi delusi della sua scelta di allenare una squadra storicamente rivale: “Non rinnego i natali e quelli che sono stati i miei sentimenti, ma un professionista serio deve allenare ovunque e in qualunque squadra. Avellino non c’entra nulla con la terza serie, è un privilegio guidare questa squadra: piazza che ho voluto fortemente per blasone, per vivacità, per senso di appartenenza. Tutti i miei colleghi vorrebbero allenare in una provincia che ha tanta storia, sono orgoglioso della scelta che ho fatto. Accoglienza? Ho fatto 4 allenamenti, abbiamo lavorato benissimo. Sarò giudicato in base ai risultati, mi auguro di poter entrare anche qui nel cuore del popolo avellinese attraverso lavoro e abnegazione che sono sempre stati i miei cavalli di battaglia. Voglio chiarire un concetto. Ho allenato Cavese, Nocerina,Paganese laddove c’è rivalità. Io mi sento come un parroco, che lavora in tanti posti diversi e resta fedele a Dio. Io sono fedele alla maglia che rappresento”.

L'argomento scivola sul torneo di serie B: “La Salernitana sta facendo un campionato importante, ma il torneo di B è lungo e tortuoso. E’ il più difficile in assoluto ed è prematuro fare ogni sorta di previsione e dare giudizi. La squadra è stata ringiovanita molto rispetto al passato, c’è una precisa identità di gioco che la porta spesso ad essere brillante. Ci sono tutti i presupposti per far bene, ma ci sono avversarie più forti come Benevento e Frosinone sebbene la classifica dei ciociari non sia figlia del potenziale umano che ha a disposizione Nesta. I valori verranno fuori”. Capuano si infastidisce quando qualcuno chiede se canterebbe "chi non salta è di Salerno" qualora la curva avellinese intonasse questo coro: “Sono un uomo vero, diverso dagli altri perché dico sempre quello che penso. Avellino è la cosa più importante per me, l’ho voluta fortemente. Non ho mai offeso nessuno nella mia carriera, non salterei mai rispetto a nessun coro della curva. Con grande schiettezza posso dire che è una domanda che non andava nemmeno fatta, ho 54 anni e ho avuto la fortuna di crescere permeato da principi di grande moralità. Conosco bene i valori della vita, non  a caso ovunque ho allenato mi hanno apprezzato. Sono pronto metaforicamente a morire per i biancoverdi, ma il “chi non salta” non appartiene al mio modo di essere. Anche a parti invertite mi sarei comportato allo stesso modo, pure se guidassi la Salernitana”. 

Sezione: News / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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