Quando il calcio permette di conoscere una splendida realtà del panorama italiano, un gioiellino custodito gelosamente e con grande affetto dall'amministrazione, ma anche e soprattutto da una popolazione unita, accogliente e che conferma quanto certe volte le rivalità tra Nord e Sud rappresentino un pregiudizio. Siamo stati per due giorni a Cittadella e, oltre ad ammirare un luogo incantevole e ricco di storia, arte, cultura e gastronomia, abbiamo riscontrato il grande rispetto nei confronti dei salernitani giunti appositamente per assistere alla partita. "Bellissimo vedervi cantare, anche se eravate in pochi. Meritate la serie A" commentavano in tribuna, "Non avete smesso di sostenere la squadra nemmeno sull'1-4" aggiungono gli ultras locali che pregustano già la trasferta dell'Arechi "che è uno stadio che ci ha emozionato, a prescindere dai risultati". 

Non sono mancati momenti di grandissima civiltà e rispetto. Alcuni dirigenti del Cittadella hanno accolto con cordialità i giornalisti mettendosi completamente a disposizione sin dalle prime ore del mattino, tifosi che hanno avuto difficoltà a raggiungere a piedi gli alberghi prenotati della notte sono stati accompagnati dai cittadini con le proprie auto, altri si sono ritrovati a cena presso un noto locale del centro storico e hanno trascorso un paio d'ore all'insegna dell'amicizia e della comune passione per il calcio. Al netto di un numero di spettatori non certo elevatissimo, a Cittadella c'è grande attaccamento alla maglia: tanti locali espongono con fierezza maglie storiche e foto d'epoca, c'è gratitudine per il presidente "perchè dà lavoro a tanta gente, le fabbriche siderurgiche del ruolo sono sue", un'isola felice del calcio italiano fatta di umanità, cultura, bellezza, accoglienza, organizzazione e qualità. Uno spot per il calcio, per la B, per i politici, per i tifosi, per chi continua a pensare che sia soltanto una palla che rotola in una rete. 

Sezione: News / Data: Dom 08 dicembre 2019 alle 13:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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