"Venezia fu la svolta". Ha ancora i brividi Edoardo Artistico quando ripensa al 14 dicembre 1997, all’impresa in Laguna che diede alla Salernitana la spinta per afferrare la serie A. Attaccante dai gol pesanti in passato, ora gira l’Italia come osservatore del Frosinone. Eppure l’ex bomber granata crede nella squadra dell’ippocampo e soprattutto in Gian Piero Ventura. «Il migliore della categoria», lo descrive Artistico, facendo però una netta distinzione tra l’attuale gruppo granata e quello che scrisse la storia con Delio Rossi in panchina.
Artistico, se le dico Venezia-Salernitana 0-3 cosa le viene in mente?
"L’amarezza per esser stato in tribuna perché squalificato. Scherzi a parte, quella vittoria fu fondamentale per il nostro cammino verso la serie A. Con quell’impresa a Venezia capimmo che il sogno promozione era possibile. Diede maggiore convinzione ad un gruppo motivato e soprattutto compatto nel marciare unito verso quell’obiettivo storico".
Un traguardo sul quale c’è anche la sua di firma. C’è un gol che ricorda particolarmente?
"Quello di Andria in rovesciata, una doppietta inutile per la squadra perché arrivata nell’ultima giornata di serie B quando ormai la promozione era stata già ottenuta. Ben altro peso rispetto alle doppiette con Castel di Sangro e Pescara. In sette giorni feci quattro gol uscendo da un momento difficile, perché giocavo in un ruolo non proprio mio e mi stavo sacrificando tanto per il bene della squadra. Quella fu un’iniezione di fiducia importante, nuovi stimoli per dare il mio contributo e centrare la serie A".
Ora c’è una nuova Salernitana che si appresta a far visita al Venezia con la chance del primo posto.
"Parliamo di una buona squadra. Sono molto contento per la scelta della società di puntare su Ventura. Un allenatore importantissimo, una persona che ha pagato oltremodo colpe non solo sue, assumendosi forse anche troppe responsabilità per l’esperienza con Nazionale che mancò il Mondiale. Sono felice sia rientrato nel giro, ripartendo da una grande piazza. Ventura è la ciliegina sulla torta, l’allenatore più bravo nel panorama della B e alle prese con un organico ricco di giovani talenti che magari, con l’aiuto di qualche successo importante, possono acquisire una mentalità vincente".
Questa partenza ricorda la sua Salernitana che scrisse la storia nel campionato 1997/’98?
"Non credo. C’è un buon gruppo ma non mi sento di dire sia simile al nostro per vari fattori. A partire da una piazza che si sta riavvicinando ma che è stanca per la gestione societaria. Salerno vive di calcio, vuole sognare di poter ambire in alto. Con quella Salernitana si creò un’alchimia particolare, rendendo quella stagione perfetta. Ci spinsero nei momenti di difficoltà, anzi, qualche partita la vinsero i tifosi sugli spalti. Ora c’è questo riavvicinamento ma c’è ancora tanta strada da fare".
Da attaccante navigato, la convince il reparto offensivo a disposizione di Ventura?
"Sì, la Salernitana può contare su punte di livello. Tanto passerà da Cerci: è da sempre uno dei pupilli di Ventura, spero abbia fame di riscatto, trascinando in alto la Salernitana. Poi ci sono Djuric ma soprattutto Giannetti che ha grande esperienza in B e soprattutto ha già dimostrato grandi qualità".

Sezione: News / Data: Mar 15 ottobre 2019 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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