Per un esterno tutto cuore e fascia come Claudio Ferrarese lo stop imposto dal Governo, ma soprattutto dall’epidemia, è il peggiore degli avversari da superare. "Sono a casa a Verona, mi godo un po’ la famiglia, mi alleno con i miei figli e guardo qualche partita attraverso WyScout. Purtroppo non abbiamo alternativa: bisogna restare a casa, in fondo è un sacrificio sopportabile per una causa troppo importante", ammette l’ex calciatore della Salernitana. Un invito a tutti i tifosi granata, abbracciati lo scorso giugno durante la festa del Centenario. Ha indossato la maglia della Salernitana nella stagione 2004-2005, con 35 presenze e 4 gol, abbastanza per entrare nel cuore della tifoseria. Tutto rievocato in questi giorni, attraverso i diversi video pubblicati sui social dai tifosi con le giocate proprio dell’allora numero 7, adesso ds del Levico Terme in serie D.
Claudio Ferrarese, l’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia intera. Come cambia l’attività per un dirigente?
"Purtroppo per un direttore sportivo il segreto è respirare il campo. Adesso non è possibile e questo stiamo rallentando tutti, non solo il sottoscritto. Con la società abbiamo deciso di mandare a casa tutti i calciatori, tranne un atleta argentino che è rimasto in città. Sono in contatto quotidiano con i giocatori, stiamo sbrigando tutto da casa e ai tesserati abbiamo inviato un programma di allenamento da seguire. La speranza è che si possa riprendere in breve termine ma per quanto concerne la serie D credo che la stagione possa definirsi conclusa".
Poche speranze per l’intera categoria?
"Con il Levico Terme siamo inseriti nel girone lombardo. Come è possibile pensare che fra un mese il Ministero della Salute possa darci l’autorizzazione ad andare in trasferta in terre che stanno soffrendo in quel modo? Purtroppo per me è impossibile che si riparta in tempi brevi, con tutte le conseguenze del caso. La serie D vive grazie alle sponsorizzazioni, poggia sulle basi di aziende locali: se queste vengono meno fatico a pensare alla sopravvivenza di tutte le società. Inoltre bisognerà pensare al format delle promozioni per garantire il merito sportivo".
Per le leghe maggiori invece intravede spiragli?
"Per la serie A e per la B, e in secondo piano per la Lega Pro, si proverà a ripartire. Parliamo di società che sono delle vere e proprie aziende, di fatturati milionari e con perdite straordinarie in caso di mancata ripresa. Bisognerà aspettare i prossimi 15 giorni confidando in dati confortanti legati all’emergenza Coronavirus".
Da ex calciatore, riprendere dopo una lunga inattività cosa significa?
"Bisogna partire dal presupposto che si va a sfalsare una stagione. Il periodo di 15 giorni di preparazione prima di far ripartire il campionato non permetterà ai calciatori di evitare il rischio infortuni, soprattutto se si giocherà ogni tre giorni".
Che giudizio dà alla stagione della Salernitana prima dello stop?
"Vedere la Salernitana di nuovo in alto mi ha reso felice. Peccato per l’interruzione, perché avevo avuto la percezione che la squadra potesse lottare per il secondo posto. Nonostante qualche caduta di troppo in trasferta, questa volta in un campionato di serie B così equilibrato i granata avevano dato l’impressione di essere squadra da vertice. La speranza è che si possa ripartire: magari giocando ogni tre giorni e il calore dell’Arechi tutto potrebbe essere favorevole alla Salernitana, trasformandosi in un’autentica mina vagante. È un auspicio, purtroppo oggi non confermato dalla realtà visto che, nel migliore dei casi, i campionati sembrano destinati a ripartire a porte chiuse".

Sezione: News / Data: Dom 29 marzo 2020 alle 13:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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