"Ero un ragazzino, venivo da Trento e dalla C2. Non avevo ancora vent’anni e sono stato catapultato in un altro mondo. Bellissimo". Roberto Genco, attaccante della Salernitana targata Delio Rossi che conquistò la promozione in B nella stagione 1993/’94, ricorda ancora oggi il gol nel derby contro la Juve Stabia, «uno dei più importanti della carriera». E anche se aveva mostri sacri davanti a se, lo sgusciante esterno siciliano, oggi 46enne e tecnico dell’Assocalcio Terzo Tempo, riuscì a ritagliarsi la sua personalissima giornata di gloria, andando proprio in gol contro le vespe nella sfida del 19 dicembre del 1993 .

Che ricordi ha di quella rete?

"Ero giovanissimo, il mister mi conosceva perché mi aveva allenato nelle giovanili del Foggia. Entrai a una 20’ dal termine perché Ricchetti si infortunò. Quel gol è il riassunto del calcio di Rossi, non ho problemi a dire che quella Salernitana è stata una delle squadre che ha giocato meglio in tutta Italia negli ultimi trent’anni. Dopo un pallone recuperato a centrocampo, Breda mise una palla in profondità, le sue giocate per gli esterni erano illuminanti. Superai prima un avversario e poi il portiere, che fortunatamente decise di non farmi fallo, permettendomi di segnare un gol che per me è indelebile, come un tatuaggio".

Una settimana di gloria per un giovane chiuso dai tanti senatori granata…

"Non ho rimpianti perché davanti a me avevo giocatori forti, di categoria, con tanta esperienza alle spalle. Però quel gol fu molto particolare, perché coincise con la prima partita della Salernitana trasmessa in diretta da una pay tv. I miei genitori riuscirono a vedermi segnare dalla Sicilia, avrò ricevuto un milione di telefonate dopo quella rete. Mio figlio l’avrà visto centinaia di volte su Youtube, è uno sfegatato tifoso dei granata".

Come arriva oggi la Salernitana al derby con la Juve Stabia?

"Con organizzazione e consapevolezza di avere delle idee, grazie anche la lavoro di un maestro come Ventura. Poi nel calcio c’è sempre l’avversario, ma da anni non si vedeva una squadra che sa sempre cosa fare. Parlando con alcuni dirigenti della Salernitana mi hanno confessato che il mister è un patito di tattica, lavora costantemente in funzione non del risultato, ma della prestazione. Magari il bel gioco si vede ancora a sprazzi, manca continuità, ma penso che questa squadra con un paio di innesti potrebbe dire la sua anche ai playoff".

Cosa manca a questa squadra per competere per la vetta?

"Alcuni elementi chiave, quelli che risolvono una partita quando il gioco latita. Penso a un Pisano, l’attaccante pesante che può regalare il guizzo vincente, secondo me manca una punta che possa fare la differenza, e senza quella si fa più fatica. Ma credo che la strada sia quella giusta, e che Ventura stia lavorando in maniera eccellente, chissà che la società non gli permette di aprire un ciclo qui a Salerno".

C’è qualche elemento da cui si attendeva di più? Altri che l’hanno sorpreso?

"Spero che Cerci ritorni quello che abbiamo ammirato in passato, ha avuto una carriera eccellente, però deve calarsi nella nuova realtà, può ancora continuare a divertirsi. Tra le sorprese più belle cito Cicerelli, esterno che non ha paura a saltare l’uomo, a tentare la giocata, giocatori come lui mi fanno impazzire. Potrebbe essere ancora più pericoloso in fase offensiva".

E la Juve Stabia che momento vive?

"Sono partiti malissimo ma partita dopo partita stanno venendo fuori. Giocare al Menti è sempre ostico: campo in sintetico, stadio caldo, tifosi praticamente in campo. Vincere a Castellammare è sempre una faticaccia incredibile, servirà una partita di personalità".

Sezione: News / Data: Mer 20 novembre 2019 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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