Un anno e qualche mese passato all’ombra dell’Arechi, alle dipendenze di Sannino prima e Bollini poi, tecnico quest’ultimo con il quale la Salernitana ha conquistato l’ultima vittoria a Frosinone. C’era ancora il vecchio Matusa, ora si gioca nel modernissimo Stirpe, e i ciociari, oggi come ieri, erano lanciati verso la promozione in serie A, ma una grande partita di Coda su tutti riuscì a ribaltare il pronostico, regalando ai tifosi granata un pomeriggio da urlo. Gabriele Perico, in campo dal 1’ nel match del dicembre 2016, oggi difensore della Virtus Ciserano Bergamo (serie D), la racconta così: "Il Frosinone era una squadra molto forte, che combatteva per conquistare la promozione in serie A. Aveva giocatori di assoluto livello, come Kragl, Dionisi e Paganini. Noi preparammo una partita molto attenta in fase difensiva, poi ci fu un gran gol di Coda che decise il match, ma penso che se la Salernitana farà una gara di personalità, sabato, potrà conquistare un buon risultato in terra laziale".
Cosa ricorda di quella partita in particolare?
"Sicuramente il gol di testa di Alessandro Rosina, diciamo che non capitava spesso. Fu la seconda partita di Bollini, che sostituì Sannino, fummo bravi a sfruttare le loro incertezze, conquistando un risultato importante".
Ora come allora il Frosinone è in piena lotta per la A, la Salernitana invece sta provando ad alzare l’asticella…
"La squadra di Nesta ha trovato una importante continuità difensiva, non prende gol da diverse giornate e ora ha quella solidità che è mancata a inizio campionato. Penso che il tecnico sia stato bravo a tornare alle origini, anche perché gran parte di quella difesa, che l’anno scorso era titolare in serie A, ha sempre giocato con la retroguardia a tre, e penso anche al mio amico Ariaudo, ha avuto un netto miglioramento nel rendimento".
La squadra di Ventura, invece, le piace?
"La vedo molto bene. Le formazioni allenate da Ventura hanno sempre identità e proposta di gioco importanti. L’ho vista dal vivo lunedì scorso contro il Chievo, forse sono incappato in una delle serate meno brillanti per la Salernitana nell’ultimo periodo, ma ho grande fiducia in quello che fanno e nella consapevolezza, oltre che nella voglia, che mettono in campo".
Chi è l’uomo in più di questa Salernitana?
"Assolutamente Milan Djuric. L’anno scorso l’ho difeso a spada tratta, è un carissimo amico, abbiamo giocato insieme a Cesena e conosco molto bene quello che può dare. Mi sono preso una marea di insulti - ride - , invece quest’anno penso che posso riscattarmi e mi aspetto qualche complimento. Scherzi a parte, è un giocatore che sposta gli equilibri, ti permette anche di giocare lungo quando sei in difficoltà, e poi è molto serio. Ora è diventato un fattore per la squadra, i numeri che sta collezionando sono molto importanti".
A voi, invece, cosa è mancato per conquistare i playoff nel 2016/2017?
"Beh, il cambio di allenatore non ha certo giovato, anche considerando che Sannino e Bollini hanno due caratteri e due approcci totalmente differenti. Poi penso che nonostante alcune strisce importanti di risultati, ci sia mancata qualche vittoria consecutiva, con i pareggi non riesci a dare uno strappo decisivo alla classifica. Peccato, avevamo tutte le carte in tavola per arrivare ai playoff, anzi confesso una cosa".
Prego…
"Quando sono arrivato, io ero convinto che avremmo raggiunto gli spareggi promozione senza troppe difficoltà, d’altronde quando in avanti hai un tridente composto da Rosina, Coda e Donnarumma, pensi di partire sempre 1-0 in tuo favore. Il grande rammarico è non averli visti mai tutti e tre impiegati con una certa continuità, ad eccezione di Massimo che era indispensabile. Entrambi gli allenatori avrebbero dovuto fare qualcosa in più per sfruttare in pieno un potenziale offensivo del genere, hanno giocato troppo poco insieme o in posizioni poco congeniali. Un vero rimpianto...".
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