"Da 10 giorni anche in Svizzera siamo ufficialmente chiusi in casa per evitare che possa aumentare il numero di persone positive al Coronavirus, e ci resteremo fino al 19 aprile": è il racconto al quotidiano Il Mattino dello svizzero Rijat Shala, ex centrocampista della Salernitana. Il Covid-19 continua purtroppo a colpire un paese dietro l'altro: "Ma in Svizzera abbiamo reagito tardi al problema, lo Stato non ha capito che già da qualche tempo nel Canton Ticino la situazione era di difficile gestione. In più ora la situazione si sta aggravando anche dal punto di vista imprenditoriale ed economico, dalle mie parti il 70% dei lavoratori sono italiani".

Il calcio come ha reagito al problema Coronavirus?

"In questo caso si è stati molto più lucidi, tutte le attività sono state interrotte già diverso tempo fa. Ma non solo nel mondo del calcio. L'hockey su ghiaccio, lo sport principale in Svizzera, non solo è stato fermato, ma è stata archiviata proprio la stagione 2019-20. Uno scenario che credo verrà attuato anche nel calcio".

Ha avuto modo di sentire qualche suo ex compagno per comprendere meglio cosa stia accadendo in Italia?

"Mi sento spesso con Bombardini e Ventola, con qualche videochiamata cerchiamo di sdrammatizzare e di pensare a qualcosa di bello. Entrambi, comunque, mi hanno confermato che la situazione è grave. Mi spiace molto".

Questa lunga sosta quanto potrà incidere in termini economici sui club?

"Purtroppo credo che inciderà tanto, perché questa è una fase in cui non ci saranno ricavi per le società. Per cercare di attutire il colpo tutte le componenti dovranno fare un passo in avanti e avere buon senso, un esempio da mettere in pratica può essere quello della Bundesliga, dove i calciatori hanno deciso di ridurre parzialmente il proprio stipendio. In Svizzera, invece, c'è stato un caso completamente differente, il presidente del Sion infatti ha licenziato 9 calciatori e ora probabilmente andranno in causa".

Da qualche tempo, ha iniziato la carriera da procuratore, quanto è difficile in questo momento parlare di calciomercato con i club?

"Si riesce a lavorare ma si fa molta fatica, i ritmi sono decisamente differenti rispetto al pre-Coronavirus, quando io e tutto lo staff abbiamo chiuso Lobotka al Napoli. Con alcuni club italiani stiamo continuando a parlare di possibili operazioni in ottica futura ma non si possono ancora prendere delle decisioni".

Ha mai avuto un confronto con la Salernitana per qualche suo assistito?

"Al momento no, spero però possa accadere in futuro perché vorrebbe dire che i granata sono ritornati in Serie A e potremmo quindi essere di supporto per farla restare il più a lungo possibile nel grande calcio. Salerno merita la A, la passione del pubblico è indescrivibile".

Il salto di categoria, in caso di ripresa del campionato, è un obiettivo raggiungibile già in questa stagione?

"Nessuno lo vieta. Fatta eccezione per il Benevento, tutte le squadre e quindi anche la Salernitana possono e devono giocarsela fino alla fine. Faccio il tifo per i granata e il vuoto che in questo momento a tutti noi ha lasciato il calcio potrà essere colmato in futuro anche dalle emozioni che saprà certamente regalare l'Arechi".

Ipotizzando la ripresa a maggio, di quanto tempo avranno bisogno le squadre per ritrovare la giusta condizione fisica?

"Almeno tre settimane. A casa puoi lavorare e non staccare la spina, ma il campo è il campo. La differenza è notevole. Interrompere gli allenamenti per 2-3 settimane ti fa perdere quasi completamente la condizione".

Sezione: News / Data: Mer 25 marzo 2020 alle 22:30
Autore: TS Redazione
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