Intervistato dal quotidiano Il Tempo, il patron del Frosinone Calcio Maurizio Stirpe ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Presidente, partiamo dall’economia: cosa serve all’Italia per scongiurare la crisi?
"La priorità del Governo deve essere non far mancare liquidità alle imprese, l’unico meccanismo di redistribuzione tra le famiglie e gli altri attori dell’attività economica e produttiva. Lo Stato può fornire la garanzia pubblica al sistema bancario e al termine di questo processo le imprese dovranno essere messe in condizione di restituirla in tempi adeguati. Come Confindustria abbiamo fatto delle proposte, che per certi aspetti rispecchiano altre elaborate da autorevoli esponenti del mondo politico e sociale, spero che si passi dalle parole ai fatti. Non pensiamo che forme di distribuzione di denaro alla stregua della «Helicopter money» siano più adeguate".

Cosa ne sarà invece del calcio?
"Sotto certi aspetti è una delle attività più colpite anche rispetto a quelle di tipo tradizionale. Difficile fare ipotesi, già prima era un mondo abbastanza indebitato e rischia un forte ridimensionamento".

Si pensa a quando e come ripartire, in Serie B siete tutti d’accordo.
"Riteniamo che il campionato debba concludersi sul campo, come e quando è difficile ipotizzarlo. Tanti di noi pensano che si debba chiudere a porte aperte, altri che bastino le condizioni minime di sicurezza per giocare a porte chiuse, le sensibilità sono tante".

Lei resta tra i primi.
"Assolutamente sì, il valore del calcio è molto basso, terminando a porte chiuse e magari cominciando così l’anno prossimo renderemmo un pessimo servizio al nostro movimento. Il problema è non fargli perdere valore".

State studiando delle misure?
"Deve esserci una ricomposizione dei costi e la modifica degli strumenti normativi che impediscono ai costi di ridursi e ai ricavi di aumentare. Il Decreto Dignità andava abolito per tanti altri motivi e questa è una ragione in più, ma anche la legge 91 è anacronistica e può essere l’occasione per modificarla".

E il taglio degli stipendi dei calciatori?
"La discussione con l’Aic non deve riguardare solo quest’anno, ma anche le prossime stagioni perché non ci sono più i ricavi per sostenere accordi stipulati prima. È la voce più importante per una società, la rinegoziazione del costo del lavoro deve essere profonda e toccare anche gli adempimenti fiscali e contributivi".

Il tema principale resta la ripresa dei campionati. Lei ha proposto di spalmare la stagione su 2 anni.
"È l’unico sistema che consentirebbe di avere un risultato sul campo, evitare decurtazioni di stipendi e di incassare tutte le tasse. I tifosi non ci rimetterebbero sugli abbonamenti, come sponsor e televisioni, si giocherebbe a porte aperte e in sicurezza. È solo una posizione di buonsenso, neanche così innovativa. Cristallizzare tutto qui non terrebbe conto del campo e aprirebbe a contenziosi legali".

Se invece si fermasse tutto allargando la Serie A a 22 per il Frosinone terzo sarebbe una beffa.
"Ma che senso ha? Non riesco a capire perché le promozioni dalla Serie B dovrebbero essere due, sono tre e la modalità dei playoff per la terza viene fatta sempre in deroga alle disposizioni. È una proposta assurda fatta da qualcuno che tende a voler trarre vantaggio anche da situazioni drammatiche. Se poi la attuassero il Frosinone vincerebbe la sua controversia legale a mani basse".

Sezione: News / Data: Lun 06 aprile 2020 alle 14:30
Autore: TS Redazione
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