Il calcio non conosce confini e per un appassionato dello sport più famoso al mondo qualsiasi posto del globo può riaccendere quella fiammella della passione. La "terra promessa" per Johnny Damato, 32 anni originario di Bari e laziale dalla nascita, si chiama Polonia: il giovane si è trasferito da due anni a Danzica - «per amore e per lavoro», sottolinea - e lì, nella città che vide la nascita di Solidarnosc e del movimento di Lech Walesa che cambiò le sorti dell'intero panorama geopolitico europeo nel corso degli anni Ottanta, Johnny si è scoperto innamorato dell'Ekstraklasa, la massima serie polacca. Una mania, quella per il torneo del Paese tornato grande nel calcio - dopo i fasti proprio degli anni Ottanta con Boniek simbolo - grazie a talenti del calibro di Lewandowski e Milik, che ha spinto il giovane barese a creare un collegamento fra i due Paesi: da qualche mese, infatti, Johnny ha creato una pagina facebook dedicata al calcio polacco e un portale web in cui si possono trovare tantissime informazioni su un torneo ai più sconosciuto. Damato, naturalmente, conosce benissimo anche la situazione di Patryk Dziczek e Pawel Jaroszynski (nella foto), i due "biancorossi-granata" della truppa di Gian Piero Ventura.
Come è nata la sua idea di raccontare il calcio polacco agli italiani?
"Questo Paese è diventato la mia seconda patria, sono ossessionato dal calcio e ho approfittato della mia conoscenza e della mia passione per raccontare questo "strano" campionato".
Com'è la situazione del calcio in Polonia e come mai sempre più calciatori riescono a sbarcare in Italia?
"È un buon momento, c'è una generazione di atleti con qualità importanti. E in Italia i polacchi riescono ad adattarsi al meglio".
Alla Salernitana quest'estate ne è arrivato uno che il Belpaese lo conosce ormai come le sue tasche. Jaroszynski è l'uomo giusto per Ventura?
"Sì, ma non sono convinto della sua collocazione in campo. Sta giocando da centrale di sinistra in difesa, lì è limitato. L'esperienza accumulata in serie A lo aiuterà in cadetteria ma per me è molto più utile sulla fascia, in una difesa a quattro o come quinto a sinistra in un 3-5-2".
All'Arechi, intanto, è approdato un altro calciatore di cui si dice un gran bene. Ma di Dziczek ancora non c'è traccia...
"C'è bisogno di pazienza e, purtroppo, di pazienza con i giovani in Italia ce n'è poca. Ha bisogno di tempo per crescere e maturare. Arriva da tutt'altro campionato e da una realtà completamente diversa".
In patria come viene considerato?
"È un talento, il ct dell'Under 21 ci sta puntando tanto. Se una società importante come la Lazio c'ha scommesso, vuol dire che le qualità ci sono. E le ha fatte già vedere nell'Ekstraklasa".
Quando?
"A Gliwice è diventato da subito un elemento fondamentale del Piast che ha vinto il titolo lo scorso anno. Dalla sua ha l'età e la serietà che contraddistingue tutti i calciatori polacchi che si trasferiscono all'estero".
Suscita tanta curiosità, cosa devono aspettarsi da lui i tifosi granata?
"Dziczek è un centrocampista difensivo, abile a costruire ma pure un gran rubapalloni. I margini di miglioramento sono davvero notevoli. Ma, adesso, non so quale contributo potrà dare".
Perché?
"È ancora troppo acerbo. Avrebbe fatto bene a restare un'altra stagione in Polonia. Se non gli si dà fretta, tra qualche anno potrà giocare tranquillamente in serie A".

Sezione: News / Data: Sab 19 ottobre 2019 alle 13:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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