Decisione clamorosa e, per certi versi, sorprendente quella presa ieri dal Lecce, che ha messo fuori rosa l'attaccante Cosimo Chiricò. I motivi? L'ostilità dei tifosi nei suoi confronti, i quali sarebbero arrivati anche a minacciare la società e il giocatore, contestato apertamente nei 13' disputati contro la Salernitana. Alla base dell'astio vecchie ruggini, risalenti addirittura al 2013: quando i salentini persero la doppia finale play-off per la Serie B contro il Carpi il presidente Tesoro dispose, per il giorno dopo, un allenamento punitivo, a cui non prese parte Chiricò, che presentò regolare certificato medio. Niente di strano, se non fosse che mentre i compagni si allenavano, l'ala classe '91 pubblicasse sui social una foto in piscina scatenando le ire della tifoseria, ancora perduranti. La decisione della società, giustificata con la volontà di "preservare il clima di serenità ed unità con i tifosi", ha sorpreso anche l'agente del giocatore Kael Grimaldi che ha commentato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: "Sono sbalordito e disgustato. Dopo aver appreso che il presidente Saverio Sticchi Damiani e la sua famiglia sono stati oggetto di minacce per aver fatto giocare il mio assistito Chiricò nella partita Lecce-Salernitana, oggi ci viene riferito che il giocatore è fuori rosa per preservare il quieto vivere e l’incolumità dei componenti della società. Questi sono atteggiamenti da codice penale, da condannare assolutamente, e che un principe del foro come l’avvocato Sticchi Damiani non può e non deve assecondare".

Sezione: News / Data: Ven 14 settembre 2018 alle 11:30
Autore: Valerio Vicinanza
vedi letture
Print