La libertà di pensiero è il sentimento più alto che alberga in un essere umano, proprio come afferma con frequenza un allenatore molto conosciuto a Salerno. E non c’è niente di male nel fatto che un addetto ai lavori che ben conosce la piazza di Salerno si soffermi a parlare di una realtà in cui ha lavorato per anni. Se, però, lo si fa alla vigilia di una partita delicatissima e fondamentale per il proseguo del cammino è evidente che non si incentiva la gente a sostenere la maglia e si alimenta il vespaio delle polemiche. Antonio Loschiavo, intervistato da TvOggi, ha giustificato il calo di presenze allo stadio con l’assenza della società sul territorio e sull’organizzazione asserendo che “si stia facendo di tutto per allontanare i tifosi. Non puoi vivere Salerno a distanza, c’è un appiattimento generale: Aliberti viveva Salerno prendendosi applausi e fischi senza sfruttare la sua etichetta da presidente. Al tifoso granata questo modus operandi non piace. Non ci si sente parte di una identità, se la Salernitana agguanterà i playoff lo farà in maniera stentata. Non è una squadra, non ha un’anima. La mancanza di obiettivi e di risultati è evidente, il paragone con il Benevento ormai è improponibile”. Sicuramente il pensiero di Loschiavo è rispettabile e molti tifosi sui social lo hanno condiviso commentando con piacere, ma fa un certo effetto che si parli di gestione societaria sbagliata dopo aver rappresentato la Salernitana Calcio di Lombardi, quella che è fallita, che non pagava nemmeno le bollette della luce e che ha fatto vergognare i supporters di fede granata a livello nazionale. In quei momenti proprio il dirigente, che divenne amministratore unico, ostentava fiducia e, in modo apprezzabile, lanciava segnali distensivi sperando di contribuire alla risoluzione dei problemi. Perchè invece stavolta si vede tutto in modo pessimistico senza vivere in pieno la realtà di Salerno? Perchè menzionare ancora Aliberti che, per quanto più presente, ha condotto la Salernitana al primo fallimento nel 2005 con 20 milioni di euro di debiti? I tempi sono cambiati, la crisi economica è imperante e tutti gli stadi si sono svuotati, ma per fortuna ad oggi qui a Salerno non si parla di cambiali, penalizzazioni, stipendi non pagati, tribunali e alberghi sottomarini come accaduto nel vergognoso e imbarazzante interregno Cala.

Loschiavo ha menzionato anche il Benevento (laddove ha lavorato senza vincere il campionato, il rapporto lavorativo fu interrotto nel 2014-15), talmente organizzato da impiegare un decennio (e svariate decine di milioni di euro) per vincere la serie C, cosa che a Lotito e Mezzaroma è riuscita due volte in tre anni. Nulla contro LoSchiavo, sia chiaro. Non è certo colpa sua se Lombardi, Aliberti e altri presidenti che ha incontrato sul suo percorso non abbiano saputo gestire un’azienda. Proprio perchè ha vissuto situazioni drammatiche, però, fa specie che punti il dito con questa severità nei confronti di una proprietà che, tra mille errori e difetti, sta comunque garantendo un futuro alla Salernitana. Chi vuol bene ai colori granata ora deve gettare acqua e non benzina sul fuoco.

Sezione: News / Data: Sab 30 novembre 2019 alle 14:30
Autore: TS Redazione
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