A due giorni da Salernitana – Monza, match che vedrà i granata scendere in campo con la maglia dedicata ad Agostino Di Bartolomei, il figlio Luca, interviene sulle frequenze di LiraTv durante “Goal su Goal”, per rinnovare il suo ringraziamento alla società di Via Allende che ha voluto ricordare il suo papà a 20 anni dalla scomparsa: “E’ un gesto meraviglioso, che ci riempie di gioia ed ancora una volta annoda i fili della nostra storia, perchè Agostino a Roma ed a Salerno si sentiva a casa. Era un uomo del Sud, amava il Sud e Salerno, una Salerno che sicuramente non era ciò che è diventata in questi anni. Lui era innamorato del suo Cilento, dove aveva deciso di andare a vivere, a quattro passi da Salerno. Aveva un rapporto viscerale con la città, si sentiva salernitano a Salerno come romano a Roma e credo che i tifosi negli anni, nonostante la distanza che ha frapposto lo sparo del 30 maggio, lo abbiano sempre capito e ricordato con un enorme affetto di cui ancora oggi li voglio ringraziare”.

Luca non sarà a Salerno mercoledì per motivi di lavoro: “Non potrò esserci perchè il lavoro mi porterà purtroppo in un’altra zona d’Italia. Mi dispiace tantissimo e ne approfitto per mandare un grandissimo in bocca al lupo alla squadra e ringraziare la società che ci ha voluto onorare con questo ricordo di Agostino ed ha voluto onorare anche quei tifosi che ne hanno tenuto alta la memoria in questi anni”.

Luca utilizza l’espressione ‘Agostino era un ragazzo di Salerno’: “Agostino è sempre stato un ragazzo semplice, magari ha anche calcato palcoscenici prestigiosi, ma sapeva e si sentiva orgoglioso di venire da quella periferia di Roma che in un certo senso che era ed è meravigliosa. Allo stesso modo negli anni ’90, Salerno era un po’ periferia del nostro paese e negli anni è riuscita a tirare fuori il meglio di sè. Io mi sento tanto romano quanto campano e spesso per portare un esempio del mio Sud parlo di Salerno ed in questo mi sento molto simile ad Agostino“.

Luca Di Bartolomei si sofferma nel racconto di una Salerno di 25 anni fa: “Con Ago giravamo in Via dei Mercanti, quando era ancora da rifare, c’erano ancora i tubi innocenti. Io ricordo alcuni scorci di Salerno che a me mancano, ma che poi ho visto sostituiti da paesaggi e panorami di una bellezza che tolgono il fiato. I salernitani hanno capito Agostino come hanno fatto solo i romani e come hanno fatto quelli che amano il calcio. Quando io e la mia famiglia torniamo a Salerno, ci sentiamo davvero a casa”.

3 giugno 1990, la Salernitana torna in Serie B dopo lo 0-0 col Taranto: “Nel 1990 avevo otto anni; durante quella partita ero molto impaurito, perchè una bomba carta mi spaventò, nonostante il clima di festa. Ricordo una giornata meravigliosa, con grande affetto vissuto nella festa sulla nave a Piazza della Concordia. Sono momenti indelebili e ricordo l’abbraccio della gente quando tornammo a Salerno”.

Ancora sul modo di intendere il calcio di Ago: “Non so se Agostino riterrebbe di aver fatto qualcosa in più rispetto a quello che è stato il suo lavoro; Agostino era sereno quando diceva di essere un ragazzo molto fortunato, perchè veniva pagato per fare qualcosa di meraviglioso, come il gioco del calcio. In questa sua considerazione non c’era falsa umiltà ma la consapevolezza di essere delle persone fortunate in un momento in cui l’Italia non era particolarmente fortunata. Credo che lui avrebbe detto di aver fatto semplicemente il suo lavoro e credo che sia giusto ricordare come quello che è stato, ossia un professionista con i piedi per terra ed ecco anche perchè a distanza di anni lo si ricorda con affetto, perchè è sempre rimasto al suo posto senza mai voler eccedere e senza essere di troppo anche nella gioia e nell’esultanza di un gol”.

Il 30 maggio del 1994, tutto è cambiato: “Un dolore che ha accomunato tante persone, dai cari, ai tifosi, agli appassionati. Come tutte le ferite, poi lascia una profonda cicatrice, ma credo che la vita debba andare avanti. Faccio un esempio: per me il 2014 sancisce i 20 anni dalla scomparsa di Agostino, ma anche l’anno della nascita di mio figlio, suo nipote. Con il senno di poi mi sono convinto che a 20 anni dalla scomparsa di Agostino sia giusto iniziare a voltare pagina. Spero che il ricordo di Agostino venga associato sempre di più a cose positive, nonostante Ago abbia deciso di andarsene in questa maniera“.

Sezione: News / Data: Mar 15 aprile 2014 alle 18:40
Autore: Giovanni Adinolfi
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