“Il giorno di dolore che uno ha” è una cicatrice nella memoria, un pensiero ricorrente che ogni maledetto 24 maggio ritorna nella testa, prendendosi l’anima e mangiandosi il cuore. Accadde oggi, 16 anni fa. E nella Salerno che vive - sempre - con “la testa nel pallone” la ferita non si rimargina. Mai. Neppure nel solco del tempo ch’è solito logorar tutto. Enzo, Peppe, Ciro, Simone: quattro nomi e un ricordo già scolpito sulla pietra indelebile dell’eternità. Non c’è mai ridondanza, quando c’è da tener acceso il faro d’una storia che mai come in questo caso è e dev’esser maestra di vita. L’insegnamento, crudele quanto quel destino, di vite spezzate nel fiore degli anni, bruciate nel folle rogo d’un treno di passione, speranze, amore per una squadra ch’è espressione d’una comunità intera, d’improvviso tragicamente diventato convoglio di lacrime, disperazione, morte. (...)

L’ARTICOLO COMPLETO, di DARIO CIOFFI, SU “METROPOLIS QUOTIDIANO” OGGI IN EDICOLA

Sezione: News / Data: Dom 24 maggio 2015 alle 08:45
Autore: Luca Esposito
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