Da “mercenario” a leader dello spogliatoio il passo è stato breve. Riconquistare la gente dopo alcune incomprensioni del passato era il suo obiettivo principale e, con umiltà, sacrificio e prestazioni straordinarie, ha convinto anche i più scettici guadagnando la meritata standing ovation dell’Arechi. Manolo Pestrin si racconta ai microfoni di Granatissimi.com:

Partiamo dall’attualità. Pur non brillando, la Salernitana ha 47 punti…

E sono tanti, soprattutto se consideriamo che il nostro girone è il più difficile in assoluto e che altrove, con 47 punti, eri primo e con un bel distacco dalla seconda. In questo momento il Benevento è primo, ma non dobbiamo arrenderci: la squadra è forte, la società ed il pubblico ci spingono ed abbiamo il dovere di crederci fino all’ultima giornata. Occhio anche alla Juve Stabia: è terza, gioca bene ed il campionato è ancora molto lungo. Mi permetto di dire una cosa: questa Salernitana deve essere maggiormente consapevole dei propri mezzi, scendere in campo con il piglio della squadra forte e che può vincere ovunque e contro tutti. Gli arbitri? Alcuni episodi ci hanno penalizzato"

C’è chi dice manchi il bomber alla Arturo Di Napoli…

All’epoca c’era una squadra che giocava per lui, oggi abbiamo un reparto offensivo composto da tanti calciatori bravi che possono garantire un buon bottino di reti. Pungolo spesso Gabionetta, è dovere di tutti tirare fuori il meglio da un calciatore che ha fatto la differenza in categorie superiori. Mendicino, prima di quel terribile infortunio a Matera, aveva segnato tre gol e disputato delle ottime partite, tutti gli altri hanno delle caratteristiche che raramente si trovano in Lega Pro. E poi c’è Calil, 12 gol e capocannoniere di tutta la terza serie pur non avendo la struttura fisica del centravanti puro. Resto dell’idea che questa squadra sia davvero forte

Quanto dava fastidio sentirsi chiamare “mercenario” dopo aver rinunciato a tanti soldi in quel triennio?

Non sempre si sa cosa succede all’interno di una società o di una squadra di calcio, personalmente ho sempre avuto la coscienza pulita ed ho fatto di tutto per aiutare la Salernitana. Alcuni di noi, con la precedente società, hanno rinunciato a tanti soldi per permettere alla squadra di iscriversi al campionato, abbiamo accettato altre destinazioni per non gravare sulle casse della proprietà, quando abbiamo giocato, pur non brillando sempre, ci siamo impegnati al massimo. Il ritorno a gennaio? Inizialmente feci qualche riflessione, dissi a Fabiani che non volevo mai essere un problema per Salerno e per la Salernitana. Parlando con lui nei giorni successivi, ho capito che era una sfida da accettare e da vincere e sono felice che tante persone abbiano cambiato idea capendo che ho sempre provato ad agire per il bene dei colori granata e senza interessi personali”.

Sei in scadenza di contratto, farai parte anche tu di questo futuro?

Non ci penso, i rinnovi vanno meritati. Vi posso garantire che il mio unico pensiero è quello di vincere questo campionato, mi alleno quotidianamente per essere a disposizione dell’allenatore e dare il mio contributo sul campo, il resto verrà da sè. Certo, sarebbe bello essere il capitano di questa squadra in serie B, significherebbe chiudere il cerchio rispetto al passato. Il primo posto deve essere nostro, il pubblico è l'elemento determinante e che farà la differenza. A tal proposito, dico che è stato commovente conoscere Armandino, un bambino afflitto da una brutta malattia e che merita affetto e sostegno”.

Sezione: News / Data: Mer 28 gennaio 2015 alle 09:30
Autore: Redazione TS
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