Un brasiliano tedesco. Poca fantasia ma tanta disciplina tattica. E’ questo il profilo di Ronaldo Pompeu da Silva, centrocampista della Salernitana alla sua seconda esperienza in granata. Acquistato dalla Lazio nel gennaio del 2016, venne subito girato in prestito al club di via Allende. Nello scorso campionato non riuscì a mantenere le aspettative. Quest’anno, arrivato nelle ultime ore del mercato estivo, si è ritagliato uno spazio importante sotto la guida di Bollini. Ora la sua speranza è quella di tagliare nuovi traguardi, magari con l’ippocampo sul petto.

Sei nato in Brasile ma hai giocato praticamente solo e sempre in Italia.

"In Brasile ho giocato solo negli Allievi. Poi sono andato in una scuola calcio di un procuratore che selezionava i ragazzi per portarli qui in Italia. Quando ero piccolo c'era stata la possibilità di approdare in club di massima serie brasiliana per giocare sempre nel settore giovanile. Mio padre però non mi lasciò andare perché ero troppo giovane, poi a 17 anni sono venuto in Italia".

C'è qualcosa del tuo paese che ti manca particolarmente?

"Sicuramente la famiglia. Poi gli amici ed i posti in cui sono nato e cresciuto".

C'è invece qualcosa dell'Italia alla quale non potresti più rinunciare?

"Il cibo (ride ndr). Poi c'è la costiera amalfitana, è impossibile non andarci. Ci sono dei paesaggi unici e ci vado volentieri. Molte persone arrivano da tutto il mondo per visitarla, noi siamo fortunati ad averla a due passi".

A Salerno si è formato un bel gruppo con Joao Silva e Luiz Felipe.

"Assolutamente. Io e Luiz siamo brasiliani, Joao è portoghese ma la moglie è brasiliana. Questo rende tutto più facile, è normale che tra connazionali si leghi maggiormente. Devo dire però che la squadra è unitissima, magari non andiamo tanto a cena fuori, ma siamo uniti al di là dei vari gruppi che si sono formati".

Mezzaroma ti definisce un brasiliano tedesco. Sei d'accordo?

"Mi reputo intelligente dal punto di vista tattico, sono venuto qui molto giovane facendo anche un po' di settore giovanile. Mi sono adattato bene alla tattica del calcio italiano, penso di essere un giocatore quasi europeo".

A chi ti ispiri? E qual è il tuo più grande desiderio da calciatore?

"Cerco di osservare i calciatori che giocano nel mio ruolo. Pirlo a mio avviso è uno dei più forti al mondo in quella posizione, lo prendo in considerazione. Mi piace molto come gioca. Non essendo più giovanissimo mi auguro di giocare di nuovo in Serie A. L'ho già fatto per pochi mesi, ma spero di trovare maggiore continuità. Magari chiuderò la carriera in Brasile".

A tal proposito. Tra dieci anni dove sarà Ronaldo? In panchina o dietro una scrivania?

"Sono andato via da casa troppo presto, mi vedo più dietro una scrivania. Dopo il ritiro non mi vedo in campo, ma il futuro può riservare tante sorprese".

C'è qualche allenatore che ha contribuito maggiormente alla tua crescita?

"Sicuramente Sarri. Con lui non ho praticamente quasi mai giocato, ma è l'allenatore che mi ha dato di più sicuramente".

 

Sezione: News / Data: Ven 28 aprile 2017 alle 13:00 / Fonte: Solo per Salerno magazine
Autore: ts redazione
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