Il numero dieci della Salernitana Alessandro Rosina, reduce da una stagione tra luci ed ombre con i granata, ha dedicato parte delle vacanze estive alla scuola calcio ASD SD Alessandro Rosina, da lui fondata e con sede a Cittadella del Capo in provincia di Cosenza, cui ha fatto visita dall'8 al 12 di giugno. Il fantasista granata, che è sceso in campo insieme a ragazzi tra i 5 e i 17 anni in occasione del memorial "Davide Andreoli", ha rilasciato anche alcune dichiarazioni sul campionato appena concluso: “Siamo partiti discretamente bene, poi verso la seconda metà di stagione ci siamo trovati nelle zone calde di classifica, ma col giusto sacrificio ed impegno siamo riusciti a risalire e concludere una stagione comunque positiva. Il mio campionato? E' stata una stagione difficile, ho avuto un problema al tendine rotuleo che mi ha impedito di ottenere una condizione ottimale. Una volta venuto fuori da questo calvario, sono riuscito a dare un apporto decisivo alla squadra. Mi sono divertito, sono riuscito a fare anche gol e assist contribuendo alla salvezza. Quale giovane mi ha impressionato? Kiyine, ha delle ottime possibilità, infatti era tra i preconvocati per il mondiale. Ha fatto molto bene a Salerno, un ragazzo che ha struttura e ottime doti tecniche, con la giusta testa potrà dire la sua”.

Sulla scuola calcio e sulle sue metodologie di lavoro, Rosina ha poi commentato: “Ora che sono in un periodo di pausa posso venire qui con più frequenza alla scuola calcio ritrovo sempre con piacere, perché composta da tante persone qualificate ma anche grandi amici che danno un gran contributo. Abbiamo numeri importanti e questo mi inorgoglisce, continueremo su questa linea. Estro e fantasia sono i fondamentali che rispecchiano le caratteristiche di una scuola calcio. E' una filosofia che cercheremo di portare avanti. E' vero che il calcio moderno integra un mix di fisico e tecnica, ma non è quello che andiamo a cercare. Crediamo sia più istruttivo il lato coordinativo, il gesto tecnico e il saper parlare bene ad un ragazzo. Quando hai grande tecnica ed estro ma non hai grande volontà di perseguire un obiettivo riesci a raggiungerlo di meno. Mi sfiderò con i ragazzi sui rigori, le punizioni, i tiri a giro, gli uni contro uno, cose molto carine che divertiranno un po' tutti".

In conclusione, il fantasista calabrese ha rievocato la sua prima stagione al Torino, al quale è legata da ricordi indelebili: "Il mio ricordo più bello in carriera? La mia prima stagione col Torino, quando riuscimmo a centrare l'obiettivo della Serie A. Credo che lo spareggio col Mantova del 2005/06 sia il ricordo più bello, perché giocare davanti a 65.000 persone nel vecchio Delle Alpi mi faceva venire i brividi”.

Sezione: News / Data: Mer 13 giugno 2018 alle 19:00
Autore: Valerio Vicinanza
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