Quando il 13 luglio scorso incontrò la società in un noto locale della provincia di Salerno, il direttore sportivo Angelo Fabiani preferì far slittare la firma consapevole che servissero riflessioni a 360° prima di mettere sotto contratto un calciatore dai trascorsi prestigiosi, ma ormai in perenne involuzione da un lustro anche per colpe non attribuibili direttamente a lui. Voci di corridoio, tuttavia, raccontano di un Gian Piero Ventura piuttosto contrariato e desideroso di avere a disposizione il suo pupillo per ricomporre il tandem che fece la fortuna ai tempi del Torino. Alla fine, dopo 20 giorni di tira e molla, Alessio Cerci fu convocato presso la sede di Pontecagnano e firmò un biennale a cifre importanti mettendosi immediatamente a disposizione del preparatore atletico e dello staff tecnico. Certo, per un ragazzo fermo da un anno e mezzo è stato deleterio non prendere parte al ritiro di San Gregorio Magno, ma la trattativa era molto delicata e non bisognava farsi prendere dalla fretta. “Sapevamo che avrebbe avuto bisogno di tempo, quando abbiamo allestito la rosa ci siamo concentrati anche su altri calciatori per consentirgli di recuperare gradualmente una condizione accettabile” ha detto più volte la proprietà, ma alzi la mano chi si sarebbe aspettato un minutaggio così irrisorio 4 mesi dopo l’arrivo a Salerno. 54 minuti in totale, prove per lo più anonime e senza mordente che hanno fatto arrabbiare e non poco il presidente Claudio Lotito che, dopo il pareggio interno col Perugia, parlò di “cicli della vita che iniziano e finiscono” e di “giocatori che sono entrati palesando scarsa ferocia agonistica, toccherà a noi e all’allenatore fare le opportune considerazioni”. “Un Cerci così non serve nè a noi nè a lui” il campanello d’allarme del mister che, tuttavia, prima di Castellammare palesò ottimismo “perchè finalmente ha capito che ha perso tempo e si sta dando da fare”.

Una frase che, se interpretata alla lettera, dovrebbe dare spazio a qualche riflessione negativa. E’ chiaro che i fantasmi di Foggia, Rosina e Di Gennaro aleggiavano sulla mente dei tifosi sin dall’inizio della trattativa, ma era opinione diffusa che “basterebbe il 50% del Cerci di Torino per vincere il campionato”. Purtroppo il percorso di recupero prosegue a rilento, chi ben lo conosce come Vives non ha escluso che alla base di tutto ci possa essere un problema di ordine psicologico legato alla scarsa adattabilità alla categoria. Sabato scorso, dopo tre tribune di fila, è stato convocato, ma non si è nemmeno riscaldato con i panchinari nell’intervallo. Qualche tifoso dalla tribuna lo ha beccato, altri lo hanno invitato a tirar fuori l’orgoglio e dare una dimostrazione di estrema professionalità come ha fatto Heurtaux. Difficilmente andrà via a gennaio, ma “non possiamo aspettarlo all’infinito” è frase che lascia aperta ogni ipotesi. A Cerci il compito di lasciare o…raddoppiare. Sta a lui capire se finire la carriera da “ex giocatore” o dimostrare di poter fare la differenza.

Sezione: News / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 20:30
Autore: TS Redazione
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