Emanuele Calaiò va in pensione senza aver raggiunto quota 200. L’attaccante siciliano dice addio al calcio giocato, come comunicato dalla Salernitana con una nota nel pomeriggio di ieri sul proprio sito ufficiale per annunciare anche la prossima avventura dell’Arciere, che continuerà a essere colorata di granata. Il calciatore originario di Palermo, infatti, ricoprirà un ruolo dirigenziale all’interno del settore giovanile dell’ippocampo. In una conferenza stampa oggi all’Arechi (ore 11), saranno rese note le motivazioni che hanno spinto la punta siciliana al ritiro. Finisce così, dopo nemmeno un anno, l’avventura alla Salernitana di Calaiò, oggetto del desiderio granata di diverse sessioni di mercato e arrivato all’ombra dell’Arechi solo dopo aver soffiato su 37 candeline e scontato la squalifica di otto mesi inflittagli dalla giustizia sportiva per i messaggi inviati a un compagno prima di Parma-Spezia, match vinto dagli emiliani, che sancì la promozione dei ducali in A. Una macchia sulle 197 reti segnate in carriera (34 in massima serie, 107 in cadetteria) festeggiate sempre con la stessa esultanza, una freccia scoccata verso la curva che ha dato origine al suo soprannome. La faretra sarà appesa insieme alle scarpette, senza la soddisfazione di aver raggiunto i 200 gol, obiettivo sbandierato fin dal suo arrivo in granata nel gennaio dello scorso anno, quando Calaiò salutò Parma dove è stato protagonista del doppio salto dalla C alla A.

Una impresa riuscitagli già diversi anni prima con indosso la casacca del Napoli. Lo scorso inverno fu scelto per rinforzare l’attacco granata, spuntato dalla contemporanea partenza di Bocalon verso Venezia. Proprio in Laguna, il calciatore cresciuto nel settore giovanile del Torino, e lanciato tra i professionisti 18enne da Emiliano Mondonico, ha lasciato forse la traccia più marcata del suo breve passaggio alla Salernitana. Al termine della doppia agonica sfida playout con proprio con i veneti, l’arciere è stato uno dei protagonisti della salvezza della formazione allenata da Leonardo Menichini, calciando uno dei rigori. Un gol che non è finito nelle statistiche ma che rappresenta di fatto l’ultima freccia scoccata prima dell’addio. In precedenza, erano state due le reti (ad Ascoli e contro il Carpi) messe a segno dal 19 granata, che esordì proprio in un Salernitana-Benevento di otto mesi fa, trovando peraltro un gol annullato per un dubbio fuorigioco. Pur alle prese con qualche infortunio di troppo, Calaiò ha provato almeno a mettere a disposizione del gruppo il suo bagaglio di esperienza, fatto di sette promozioni in carriera. Affiancò Menichini in conferenza alla vigilia degli spareggi salvezza, quando il centravanti granata batté forte sul concetto di tirare fuori attributi e coraggio per una sfida del genere. Poi le prove di ripartenza con Ventura, ritrovato dopo l'esperienza non troppo fortunata a Napoli («un suo rigore fallito mi ha fatto perdere i capelli», ricordo con il sorriso il tecnico), e la decisione di smettere. Non è riuscito a essere protagonista di una Salernitana sciagurata, Emanuele Calaiò ci riproverà dietro una scrivania, arco e faretra appesi al chiodo insieme alle scarpette, e il rammarico di essere andato in pensione senza aver raggiunto quota 200.

Sezione: News / Data: Gio 19 settembre 2019 alle 17:30 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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