Ritrovarsi. È l’unico vero imperativo, tra i fiumi di parole che scorrono attorno alla prima crisi stagionale della Salernitana. E per riuscirci Colantuono è pronto a tornare all’antico. In poche ore, dopo aver detto - da uomo di calcio d’esperienza consumata - che «un allenatore è sempre in discussione», mostrandosi più realista del re, ha incassato la fiducia di squadra, dirigenza e proprietà. Però proprio uno di lungo corso come lui sa che adesso tocca rispondere sul campo. Con i risultati. Il calendario, fuori dall’equivoco, dà una mano. Perché Carpi sarà sì uno stadio tabù per i granata, che puntualmente ci hanno perso negli ultimi due anni, e però stando a quel che raccontano i numeri la formazione dell’ex Castori è l’avversario “meno temibile” che il cavalluccio marino potesse desiderare. Al Cabassi, infatti, gli emiliani non hanno ancora mai vinto (tre pareggi e altrettante sconfitte). Insomma, un campo su cui la Salernitana ha l’obbligo d’andare a provare il colpaccio, che a sua volta non trova da oltre nove mesi (l’ultimo blitz nella stagione scorsa, a inizio marzo, ad Ascoli), per riprendersi quel che ha lasciato per strada nelle ultime due partite. La trasferta di Cittadella e la notte da incubo contro il Brescia hanno segnato l’inquietante involuzione d’una squadra che ha smarrito pure la solidità difensiva, e cioè la certezza che l’aveva spinta in alta classifica. Per riavvolgere il nastro, e tornare a esser bunker, i granata dovrebbero così accantonare l’infelice e infruttuosa “novità” nel sistema di gioco: niente 4-3-1-2, si tornerà al 3-5-2, ma diversi cambi in vista anche tra gli interpreti. C’è Djavan Anderson, per esempio, in pole.

Sezione: News / Data: Gio 13 dicembre 2018 alle 20:00 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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