Dieci senza lode. Sono punti, del resto, non è mica un voto, e pure se per esser il bottino delle prime sette giornate può soddisfare ma non esaltare, per la Salernitana “nuova gestione” rappresenta già un piccolo record. Sì, perché il bilancio di Stefano Colantuono fin qui supera tutti i predecessori dell’era Lotito-Mezzaroma in serie B. Si fermò a quota otto Vincenzo Torrente, che aveva ereditato da mister-promozione Leonardo Menichini la panchina dei granata appena tornati tra i cadetti. Il debutto da sogno nel derby contro l’Avellino, vincendo a passo di samba con Gabionetta, poi il pari di Brescia, lo scivolone con lo Spezia ma il buon punto di Pescara, la riscossa battendo la Ternana e però poi l’inizio degli affanni, con l’imbarcata nella notte buia di Crotone e il ko interno con il Trapani, quando Terracciano (oggi portiere titolare in serie A, nell’Empoli), si fece gol da solo regalando il pallone più facile della carriera al salernitano Citro, quasi incredulo per tanta grazia. Peggio del tecnico cetarese, dodici mesi dopo, fece Beppe Sannino. Un avvio durissimo per lui, quasi choc. I pareggi di Spezia e all’Arechi contro il Verona lasciarono “sospesi” i giudizi, arrivati poi impietosi dopo le sconfitte di Novara e con il Vicenza. Lo 0-0 di Cesena e il successo sul Trapani furono ossigeno, prima della brutta (e immeritata) sconfitta di Ferrara all’alba del miracolo Spal. Bilancio per il lombardo di Ottaviano: sei punti in sette gare, genesi d’un esonero che si sarebbe consumato un paio di mesi dopo.

Sezione: News / Data: Lun 15 ottobre 2018 alle 21:00 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print