E Ventura smantellò la vecchia guardia. Da trasferta a trasferta, dall’ultima della scorsa stagione alla prima ufficiale di quella appena iniziata, da Venezia a Lecce, la Salernitana si (ri)presenterà profondamente mutata negli uomini oltre che nelle idee e nelle aspettative. Al Penzo, oltre due mesi fa, la formazione di Leonardo Menichini combatteva per evitare la retrocessione, pericolo scongiurato solo ai calci di rigore dopo il risultato di parità nel computo della doppia sfida playout. Domani la sfida al Via del Mare avrà tutt’altro sapore (in palio c’è l’approdo alla sfida con la vincente di Spal-Feralpisalò, che varrà poi il pass per il match di San Siro contro il Milan), e tutt’altri interpreti. Nemmeno 100 giorni dopo l’agonico scontro tenutosi in Laguna, il repulisti voluto di Gian Piero Ventura ha modificato profondamente l’ossatura della squadra con l’ippocampo sul petto, dato tangibile anche solo dando un occhio all’undici base sceso in campo per difendere a denti stretti la B dopo un campionato da incubo. L’ultimo in ordine cronologico a salutare la truppa è stato Raffaele Pucino, capitano anche a Venezia con fascia granata al braccio e decisivo nella lotteria dei rigori. Il terzino approdato all’Ascoli è solo l’ultimo tassello della lenta rivoluzione che giorno dopo giorno il tecnico ligure sta portando avanti, cercando di consegnare al passato le scorie di un’annata con un finale thrilling e di rimodellare l’organico a propria disposizione.
Da quella formazione, l’ultima della stagione 2018-2019, sono stati depennati anche Minala, Casasola e André Anderson, tutti e tre ritornati alla casa madre Lazio, al pari di Djavan Anderson, rimasto però in panchina per tutti i 120’. Al suo fianco, i vari Schiavi, Gigliotti, Mazzarani, entrato a pochi minuti dalla fine dei tempi supplementari, Memolla, e Orlando. Rimase seduto per tutto l’arco del match, invece, Alessandro Rosina, escluso dai convocati per il ritiro di San Gregorio Magno e ancora in attesa di trovare una nuova sistemazione che metterà definitivamente la parola fine alla sua avventura in granata. Ben undici elementi, una squadra intera, finita fuori dai piani tecnici del nuovo trainer granata, che ha voluto dare un taglio profondo con ciò che è stato. Degli elementi rimasti in granata, di quella formazione iniziale che si batté con il coltello tra i denti contro il Venezia di Serse Cosmi, alcuni interpreti sono rimasti all'ombra dell'Arechi, seppur difficilmente partiranno avanti nelle nuove gerarchie che l’ex ct della Nazionale sta tentando di stabilire sin dal suo insediamento in granata. Basti pensare a Lopez, che dovrebbe essere un’alternativa a Kiyine sulla corsia mancina, o allo sfortunato Mantovani, che ha saltato tutto il ritiro per un infortunio e non sarà pronto prima di settembre. Le uniche due certezze del nuovo corso della Salernitana, sono forse (al momento) i soli Micai e Di Tacchio, proprio gli eroi del Penzo in virtù dei loro punti esclamativi messi sulla salvezza, mentre dovranno sgomitare per trovare spazio Migliorini, Akpa Akpro, Odjer, Calaiò e Djuric, sempre che il mercato in uscita non riservi qualche sorpresa dell’ultimo minuto, almeno per i due attaccanti.
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