Fantasia di nuovo al potere. Perché la storia tra Alessandro Rosina e la Salernitana va così, vive di strappi, d’idilli intensi e separazioni (in casa) brusche. Però questa è la fase buona, e le parti hanno bisogno l’una dell’altra. La stella del mercato dell’estate 2016 s’è (ri)accesa nel buio di Cittadella ed è stata forse (o senza forse) l’unica nota lieta d’una brutta resa per una squadra che adesso è tornata ad aggrapparsi al suo numero 10. E così, nella marcia d’avvicinamento al posticipo di lunedì contro il Brescia, riecco in grande rialzo le quotazioni del trequartista calabrese. In Veneto ha toccato campo per la prima volta in questo campionato e dopo quattro minuti è già andato in gol. Poi ci ha riprovato alla fine, senza fortuna. E nel mezzo tra l’esser stato il primo a suonare la carica e l’ultimo a mollare, ha messo pure un pallone d’oro - macché, di platino - sul destro di Bocalon, che però invece di calciarlo a rete ha preferito appoggiarlo (in fallo laterale) inspiegabilmente. Finalizzatore, rifinitore, trascinatore: Rosina ha fatto quel che da lui ci si aspetta, pure all’alba dei 35 anni (li compirà il prossimo 31 gennaio), un valore che in queste travagliate due stagioni e mezzo vissute all’ombra del Castello d’Arechi è riuscito a (di)mostrare solo di rado.

Sezione: News / Data: Gio 06 dicembre 2018 alle 21:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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