"Così non si va avanti, serve cambiare registro". Parole di Angelo Gregucci nel post-partita di Salernitana-Crotone, posticipo dell’Arechi trasformatosi nel sesto ko della sua terza esperienza sulla panchina granata. Dieci giorni dopo e con il boccone amarissimo di Livorno ancora da digerire, il tecnico di San Giorgio Ionico tiene fede alle sue dichiarazioni e si appresta a rivoltare come un calzino la sua Salernitana. Perché ieri, nel ritiro di San Gregorio Magno, l’allenatore ha cominciato ad accantonare il 3-5-2 ereditato dalla gestione Colantuono, passando ad un più solido (nelle idee e nelle speranze) 4-4-1-1. Un messaggio importante lanciato alla squadra, accomunato dal desiderio di giocarsi la sfida verità con il Venezia mettendo in campo le sue idee. Rivoluzione tattica dunque che prevede verosimilmente anche quella di uomini, pronti a lasciare le posizioni diventate ormai predefinite e a reinventarsi nel nuovo scacchiere granata. A partire dall’attacco, privo dopo la sosta dello squalificato Jallow e con il punto interrogativo sempre più grande che pende sulla testa di Emanuele Calaiò. Al posto dell’Arciere è ballottaggio fra Agustin Vuletich e Milan Djuric, corazzieri pronti a sfruttare le fasce e ancora alla ricerca del primo squillo in campionato. Alle spalle o dell’argentino o del bosniaco per il momento scalda i motori Andrea Mazzarani, in un ruolo di rifinitore però tagliato su misura dal sarto Gregucci per il talento di Andrè Anderson. L’ex Santos, in campo ieri nella ripresa con la Nazionale Under 20 sconfitta di misura dalla Repubblica Ceca, ritornerà in città solo martedì prossimo ed inizierà a prendere confidenza con la nuova posizione tattica. Salvo imprevisti, toccherà al numero 28 illuminare la manovra granata e fare da raccordo con una mediana che si preannuncia muscolare. Perché, con Di Tacchio ed Akpa Akpro inamovibili in mezzo al campo nonostante il pressing di Odjer e Minala, i dubbi maggiori per Gregucci arrivano dalle fasce. L’unico mancino in rosa è Walter Lopez, jolly dell’out sinistro e pronto a ricoprire il ruolo di esterno alto per garantire equilibrio e dinamismo al nuovo impianto tattico granata.

Una scelta che permetterebbe così a Gregucci di poter osare sulla corsia destra, con Djavan Anderson che potrebbe ritrovare la titolarità. Alle spalle dell’olandese resta l’ombra di Tiago Casasola, che potrebbe però giocare terzino, e di quel Francesco Orlando in campo solo tre volte per un totale di 55 minuti ma interprete naturale del ruolo di ala offensiva. Il passaggio a quattro in difesa permetterà di tirare un sospiro di sollievo anche per l’emergenza rientrata già mercoledì con il pronto recupero di Gigliotti. Casasola a destra porterebbe Pucino a traslocare a sinistra, con Mantovani e Gigliotti a duellare per un posto al centro della retroguardia e far coppia con Migliorini. Dubbi e ballottaggi sui quali Gregucci lavorerà sia oggi, in programma una doppia seduta, che domani, quando è previsto un test con la Primavera inizialmente organizzato all’Arechi ma che potrebbe tenersi anche in ritiro. «Farò tutto il possibile per uscire dalla crisi», parole di Gregucci. Ora studia come fare.

Sezione: News / Data: Sab 23 marzo 2019 alle 19:00 / Fonte: La Città
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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