La magia del Centenario ancora negli occhi ma anche la voglia di non ricordare questa festa come una parentesi isolata. I tifosi della Salernitana ora chiedono la svolta alla società di Lotito e Mezzaroma. Così Enzo Vigilante, dirigente sportivo di lungo corso e vecchio cuore granata: "Sono cresciuto all’ombra del Vestuti, abitavo di fronte la chiesa di San Demetrio, e ho respirato salernitanità fin da bambino. Il Centenario ha rappresentato una grande emozione anche se mi dispiace non aver visto Aniello Aliberti, presidente che per dieci anni ha fatto calcio ad alto livello. Ora si guardi oltre. Partendo da due concetti fondamentali: la politica deve stare fuori dallo sport e la società è chiamata a uno sforzo maggiore dopo che pochi giorni fa ci siamo salvati all’ultimo respiro. Salerno merita di più. Pagare gli stipendi è un dovere e se altri club non lo fanno sono problemi loro»" Sulla stessa lunghezza d’onda di Vigilante è un altro tifosissimo granata, Rosario Di Giacomo: "Siamo stanchi di campionati anonimi o di sofferenza. Lotito deve allestire una Salernitana all’altezza di questa piazza. Avete visto che spettacolo di folla per il Centenario? Una squadra degna del nostro amore, è quanto mi aspetto per la prossima stagione. È l’unico modo che la proprietà ha per riconquistare davvero la sua gente, con i fatti".

Più critico Gigi Sapere: "La società deve essere chiara, noi non abbiamo l’anello al naso. Sì, siamo in serie B da quattro anni ma abbiamo fatto anche due playout. Non possiamo essere presi in giro con la storia dell’obiettivo promozione. Solo quando sarà cancellata la norma sulla multiproprietà allora potremo davvero sognare la serie A. L’importante è essere onesti, dire che bisogna salvarsi e che siamo una società satellite della Lazio. Riguardo al Centenario, ho letto quanto scritto da Vittorio Tosto: piangeva tornando in auto, ci ha chiamato “fratelli granata”. Ha detto tutto lui". Ottimista Leopoldo Santucci: «La politica ha altri problemi a cui pensare, preferisco si parli di calcio. Dobbiamo avere fiducia in Lotito. Non è uno sprovveduto. Appena avrà l’occasione di lottare per la serie A ci proverà. Lo sappiamo, non è uno che sperpera soldi". La chiosa “del cuore” è di Venanzio Signorino: "Quello che ci portiamo dentro dopo tre giorni di festeggiamenti credo sia riassunto nella maniera migliore dal nome della squadra che abbiamo nel cuore: l’Unione Sportiva Salernitana. Abbiamo vissuto insieme emozioni che solo la casacca granata sa regalare grazie all’amore che ci è stato tramandato fin da bambini dalle nostre famiglie e dalla nostra gente. Siamo cresciuti con la Salernitana e con la certezza che l’Unione ci accompagnerà per tutta la vita, per altri 100 anni, al di là dei risultati".

Sezione: News / Data: Dom 23 giugno 2019 alle 19:00 / Fonte: La Città
Autore: Antonio Siniscalchi
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