Tinte nere, l’inizio di un film horror che ora spaventa. La “maledizione di novembre” è il titolo di un racconto amaro, con colonna sonora i fischi piovuti forti dall’Arechi su una Salernitana ufficialmente in crisi oltre che in silenzio stampa. A testimoniarlo è il clima di contestazione riassaporato di nuovo appena sei mesi dopo l’ultima volta, quasi a cancellare con un colpo di spugna i primi cinque mesi del progetto targato Gian Piero Ventura.
"L’obiettivo principale è riportare gente allo stadio", il manifesto del tecnico ligure ripetuto a gran voce anche quando i risultati positivi avevano portato la piazza a sognare di poter finalmente saltare l’asticella oltre l’anonimato. Ed invece gli insulti piovuti forti dal pubblico dell’Arechi quasi da minimo stagionale, dopo il pareggio contro l’Ascoli, sono stati una sveglia impossibile da ignorare. Un malumore ripiombato in casa Salernitana dopo un novembre da accartocciare e dimenticare. Il sorriso interno con l’Entella datato 2 novembre cancellato dalle due sconfitte consecutive con Cremonese e Juve Stabia. La prima quando bisognava certificare le ambizioni playoff, la seconda in un derby affrontato con tutt’altra “fame” rispetto alle vespe che ieri perdendo a Chiavari sono tornare alla realtà di una dura lotta per difendere la serie B.

A chiudere un percorso affrontato con ruote sgonfie e spia della benzina accesa da un bel po’, il pari contro l’Ascoli, per un totale di quattro punti in quattro uscite e una media di un punto a partita che è da salvezza sofferta, nulla di più. Ad accertare la crisi granata sono i numeri. Perché con una vittoria e un pareggio la Salernitana è penultima nella speciale classifica di novembre, con alle spalle il solo Empoli da poco affidato a Muzzi. Appena tre i gol realizzati, con il digiuno degli attaccanti che rimanda al successo con l’Entella, alla sassata di Jallow che ha aperto poi la striscia di 278 minuti senza gioia per le bocche di fuoco granata. Terzo peggiore reparto offensivo dell’intera categoria nel mese di novembre, preceduto solo da Empoli e Cremonese. Numeri ma non solo, perché ora a preoccupare è anche la tenuta mentale dei granata: nelle ultime quattro la Salernitana all’Arechi è stata rimontata ben tre volte, lasciando sul prato amico sei punti pesantissimi in ottica classifica. Ritornello ripetuto contro Frosinone, Perugia ed Ascoli, con i rispettivi vantaggi poi tramutati in pareggi, escludendo il successo casalingo sulla Virtus Entella.


Un mese dopo l’ultima vittoria per Ventura è tempo di voltare pagina, di mettersi alle spalle la “maledizione di novembre”, fatta di brutte prestazioni, di virus, di prime crepe, provando ad invertire il passo. Il rendimento del tecnico ligure nel penultimo mese dell’anno ha ricordato quello dei suoi predecessori in serie B. Nel 2015-2016 Torrente portò a casa quattro punti in altrettante gare come Ventura. Meglio fece Sannino nel campionato successivo, con cinque punti in quattro sfide prima della decisione di dimettersi al termine del pari interno con la Pro Vercelli. Peggio invece andò a Bollini nella stagione 2017-2018: tre segni “x” e una sconfitta per una media insufficiente (0,75) e sintomo di un declino di risultato che avrebbe portato poi a dicembre allo scossone in panchina con il successivo arrivo di Colantuono. L’allenatore di Anzio nel 2018 nelle sole due partite di novembre causa sosta per le nazionali esordì con il ko di Venezia prima del successo con lo Spezia. Il mese di dicembre nerissimo per Colantuono si aprì con la sconfitta sul campo del Cittadella, prossimo avversario proprio di Ventura.

Sezione: News / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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