Nel calcio e nella vita in generale la riconoscenza è sempre il sentimento del giorno prima e si pecca di memoria corta. Un difetto molto comune negli ambienti del tifo granata che, in un minuto, ti portano dalle stelle alle stalle ragionando di pancia e di cuore piuttosto che con la testa. Nel corso di questi mesi abbiamo letto numerose critiche nei confronti di Francesco Di Tacchio, proprio da parte di quella gente che vuole si onori anzitutto la maglia e che dimentica quanto il capitano abbia dato alla causa granata nell'anno forse peggiore della storia granata. E' stato lui, insieme a pochi altri, a sudare la casacca mentre si stava retrocedendo mestamente a poche settimane dal centenario, trascinando i compagni col piglio del leader e lottando su ogni palla fino alla trasformazione del rigore decisivo di Venezia. 

Era noto a tutti che nel sistema di gioco di Ventura avrebbe potuto incontrare qualche difficoltà, ma da vero capitano si è messo a disposizione interpretando il ruolo come meglio poteva e meritando spesso un'ampia sufficienza. Ha fatto un certo effetto vederlo in panchina per diverse settimane consecutive, ma se Dziczek ha avuto la possibilità di esplodere è stato anche merito di chi gli ha dato modo di crescere progressivamente e senza bruciare le tappe. Bene ha fatto la dirigenza ad elogiarlo in una recente intervista, non è da escludere che a fine stagione si possa discutere il rinnovo del contratto in scadenza a giugno del 2021. Il minimo sindacale per un grande calciatore e un uomo vero.

Sezione: News / Data: Mer 25 marzo 2020 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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