È uno dei pezzi più importanti della centenaria storia della Salernitana. Un uomo che ha legato nel tempo il suo nome alla città di Salerno e che riesce a rievocare ricordi speciali anche quando torna da avversario. Roberto Breda all'ombra dell'Arechi è, per tutti, il capitano. Domani pomeriggio tornerà nel “suo” stadio alla guida di un Livorno che naviga in acque poco sicure e che a Salerno si giocherà il tutto per tutto per continuare ad alimentare le speranze salvezza. «Ci sono ancora 42 punti in palio, abbiamo l’obbligo di tentare l’impresa», ha detto il presidente Aldo Spinelli nei giorni scorsi, confermando la fiducia a Breda, richiamato in panchina dopo l'esonero di dicembre per cercare di ripetere l'impresa della scorsa stagione. Sfida quasi impossibile ma accettata con entusiasmo dal tecnico trevigiano che, ironia del destino, si giocherà una fetta importante di futuro proprio in quella città che lo ha consacrato nel mondo del calcio, sia da calciatore che da allenatore. A Salerno, infatti, Breda è un'istituzione: con la maglia numero 4 sulle spalle ha collezionato 220 presenze e messo a segno 10 gol, indossando la fascia da capitano anche nella storica stagione della serie A. Nel 2006, appese le scarpette al chiodo, fu nominato anche assessore allo Sport dall'allora sindaco Vincenzo De Luca. Quattro anni dopo, nella stagione 2010-2011, la prima vera esperienza da allenatore sempre con il cavalluccio marino sul petto, terminata con la serie B sfumata all'ultima curva nella finale play-off con il Verona.

Sezione: News / Data: Sab 22 febbraio 2020 alle 21:30
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print