La premessa è obbligatoria, utile a stoppare sul nascere i prevedibili commenti di chi passa le giornate intere sui social e ricorda solo ciò che gli conviene: chi vi scrive non è mai stato un particolare estimatore di Leonardo Menichini, ne ha contestato alcune scelte anche quando ha vinto a suon di record il campionato di serie C1 e ieri, nell’intervallo, ha manifestato un certo scetticismo per la scelta di giocarsi la partita della vita con un difensore centrale nel tridente offensivo, con un inguardabile Minala titolare e con Orlando- il migliore in campo nel match d’andata- in panchina anche quando Jallow nel riscaldamento ha alzato bandiera bianca. Nel calcio, però, i numeri e i fatti contano più delle opinioni personali e i fatti dicono che il trainer di Ponsacco ha centrato l’obiettivo. Ancora una volta. La promozione nel 2014-15, la salvezza da subentrante nel 2015-16 con qualche prestazione di buon livello e il record di 4 gol in trasferta stabilito a Lanciano, lo spareggio di ieri durante il quale si è finalmente rivista una Salernitana battagliera, ben organizzata dopo l’inferiorità numerica e a tratti finanche più pericolosa del Venezia.

Ci volevano gli attributi per accettare una piazza dove hai vinto ad una partita dalla fine, con un gruppo allo sbando, una tifoseria in contestazione e dopo il tradimento del 2016, quando non fu mantenuta la promessa di rinnovo in caso di salvezza. Sul piano del gioco, in un mese, miracoli non se ne potevano fare eppure a Pescara per un’ora la Salernitana ha retto bene, col Venezia si è ben espressa per 45 minuti e ieri ha combattuto su ogni pallone senza mai andare in affanno. Che poi Memolla e Djavan Anderson non dovessero mai entrare e che pensare solo a difendersi è un rischio grosso è un altro discorso. Il capolavoro è stato fatto sul piano mentale. Menichini ha ricaricato tutti, si è rimesso in discussione, ha ricompattato lo spogliatoio, ha saputo tirar fuori il meglio da ciascuno rivitalizzando anche chi sembrava ormai un corpo estraneo. Da Odjer a Migliorini, da Micai ad Orlando: tante pedine che hanno ripreso a giocare a calcio dopo mesi di vuoto, tutto mentre i tribunali stravolgevano il destino della Salernitana un giorno sì e l’altro pure.

Per la prima volta dopo quattro anni avrà l’occasione per partire dall’inizio, di incidere sul mercato e di fare il ritiro dal primo giorno. Merita questa chance, non ci sono dubbi. Se sarà un allenatore adatto per puntare al massimo anche in B questo poi lo dirà il campo. Non ne siamo convintissimi, ma non si può non ripartire da un professionista molto serio e che ha dimostrato di tenerci ai colori granata.

Sezione: News / Data: Mar 11 giugno 2019 alle 12:30 / Fonte: IlFerraiuolo.it
Autore: Antonio Siniscalchi
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