Pierluigi Pinto, un interessante giovane di proprietà della Fiorentina, è arrivato quest'estate a Salerno. Prestito con diritto di riscatto e controriscatto, a favore dei viola, questa è la modalità con cui il direttore sportivo Fabiani è riuscito a strappare alla concorrenza il 21enne difensore. Lo scorso anno Pinto ha vestito, in Lega Pro, la maglia dell'Arezzo Calcio, disputando tra l'altro un'ottima stagione tra campionato, coppa italia e play-off. 3372 minuti giocati, di cui ben 31 volte è partito nell'undici titolare. Una stagione da incorniciare, la prima da professionista, che ha attirato su di se gli occhi di parecchi club. La Salernitana, però, è stata la più astuta e la più veloce. Oggi assieme a Migliorini, Karo, Mantovani, Billong, Jaroszynski e Heurtaux compone la retroguardia granata. Peccato che, almeno in questi quattro mesi, Pinto il campo l'abbia visto pochissime volte. Non per un infortunio, nemmeno per una condizione fisica da recuperare, soltanto perché la Serie B è un campionato duro, strano, in cui un giovane alla prima esperienza può bruciarsi la carriera velocemente. C'è anche da dire che 'la fortuna aiuta gli audaci', nel senso che bisogna, alcune volte, assumersi il rischio di sbagliare. E Ventura, complice qualche assenza, ha deciso di farlo, affidandosi al difensore pugliese: tre partite giocate da titolare, anche l'ultima a Cittadella, con delle prestazioni altalenanti, non proprio convincenti. 

A 21 anni vestire la maglia della Salernitana non è facile: perché i granata hanno una storia gloriosa, i tifosi e la società puntano sempre al massimo. La pressione si fa sentire, ogni piccolo errore può rovinare quanto di buono stavi facendo. E' ovvio che la colpa del momento no della squadra di mister Ventura non è di certo sua. Nel complesso Pinto con Entella, Ascoli e Cittadella ha disputato tre gare di buon livello, tanti piccoli errori, ma questo soltanto il tempo, il lavoro e la continuità potranno migliorare. Dall'Arezzo alla Salernitana, dalla Lega Pro alla Serie B: un cambiamento duro, che il difensore deve continuare a compiere, soprattutto se punta ad essere uno dei giovani più forti nel panorama italiano. Domenica prossima non sappiamo se il mister lo farà partire titolare, ma una cosa è certa il tempo è dalla sua parte. Le qualità le ha, bisogna soltanto lavorare, lavorare e lavorare. Le delusioni rafforzano, una panchina, un'esclusione ti aiuta nel percorso di crescita. Il campionato è lungo e di occasioni ce ne saranno altre: bisognerà soltanto farsi trovare pronto. 

Sezione: News / Data: Lun 09 dicembre 2019 alle 14:00
Autore: Orlando Aita
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