Tenersi lontani un metro da chi tossisce e starnutisce: la regola aurea anti-Coronavirus può esser facilmente osservata sugli spalti dell’Arechi, di domenica pomeriggio, ché tanto di spazio ce n’è in abbondanza. La Salernitana ch’è ai piedi del podio della B, è affare per pochi: 7mila spettatori, abbonati compresi. E non c’entra la psicosi. Dall’inizio dell’anno, le Tribune, i Distinti e la Curva sono stati meno affollati di ieri soltanto in altre tre occasioni, quando la Salernitana era ben più lontana dal sogno. Settemila. Come i caffè di Alex Britti. E di caffè ce ne vuole parecchio per riuscire a tenere gli occhi aperti per novanta minuti, come un’altra canzone, quella di Salmo, che vien fuori dagli amplificatori dello stadio col nome da principe poco prima del fischio d’inizio. “ Prego, sedetevi comodi, sta cominciando lo show ”: sui seggiolini si sta comodi di sicuro, ma non ricorda affatto uno spettacolo il match dell’ippocampo contro l’ultima della classe. Vittoria di misura, ma va bene così, alla fine della gara delle sedie vuote non soltanto sui gradoni, ma pure in panchina. Sotto il sole di fine febbraio, tra il campo e la panca, gli uomini di mister Gian Piero Ventura sono appena 17. E non saranno scaramantici come i campani, i genovesi, ma l’allenatore sa bene che l’eptacaidecafobia, il timore del 17 che sa di disgrazia, si scaccia col più bello tra i numeri pallonari, il 3, quello dei punti guadagnati dopo l’amara trasferta di lunedì scorso a Verona. Lo sanno bene pure i 7mila fedelissimi, che fanno ancora i conti con la controversa beffa clivense: “Aia, Associazione incompetenti arbitri”, c’è scritto sopra lo striscione esibito al termine del match dagli ultras della Curva. Tre punti che scacciano i fantasmi d’un triste lunedì sera. Sulla maglietta granata campeggia una patch : “Macte Animo!”. “Fatti coraggio nelle avversità”: gli antichi romani ne fecero un motto, al pari di Voltaire, il papà del secolo dei Lumi, e di altri nobili padri, pure loro d’una storia lunga cento anni. Che si chiama Salernitana. “Macte Animo!”, per ricordare che è trascorso un secolo dalla prima partita ufficiale della Bersagliera. Era febbraio 1920, e i granata vinsero sul campo dello Stabia. Uno a zero, pure lì. Pochi spettatori, pure lì. Che sia l’inizio di un’altra, bellissimA storiA?

Sezione: News / Data: Mar 25 febbraio 2020 alle 13:30
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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