Dopo le prime quattordici giornate, in casa Salernitana è il reparto offensivo, su tutti, ad essere finito sul banco degli imputati, individuato da molti come l'anello debole della squadra. I numeri, d'altronde, non sono dei migliori, con soli 15 reti messe a segno, che rendono quello dei granata uno degli attacchi meno prolifici. E' pur vero che quella offensiva è una fase che interessa l'intera squadra, non soltanto le punte e, se qualcosa non è andato per il meglio, le responsabilità non sono da addurre soltanto alle punte. Djuric e Jallow non hanno disputato fin qui un grande torneo, è vero, ma c'è da dire che la scarsa incisività offensiva passa anche per un rendimento talvolta altalenante delle mezzali, che hanno fin qui fornito un apporto limitato alla manovra d'attacco. In una mediana a tre i due interni di centrocampo, in qualità di incursori, hanno il compito di assistere gli attaccanti e di attaccare gli spazi attraverso gli inserimenti senza palla dalle retrovie, fin qui merce rara. Castiglia, ad esempio, lo scorso anno con la Pro Vercelli ha saputo pungere spesso e volentieri, realizzando ben 9 gol, ma quest'anno si è visto di rado negli ultimi venti metri, così come Akpa Akpro e lo stesso Odjer. L'apporto maggiore alla zona gol è stato, paradossalmente, quello del mediano Di Tacchio, autore di due gol e spesso pronto a raccogliere le corte respinte della difesa avversaria per esplodere il suo mancino dalla distanza.

Per tornare a graffiare la Salernitana ha dunque bisogno dell'apporto di tutti, perché in Serie B, come insegna la storia, a fare la differenza molto spesso non è una buona difesa, come accade in massima serie, bensì un attacco prolifico.

Sezione: News / Data: Ven 07 dicembre 2018 alle 13:00
Autore: Valerio Vicinanza
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