Una Salernitana in fotocopia. Incredibile, ma vero. Volessero farlo apposta, probabilmente non ci riuscirebbero. Per il quinto anno consecutivo, in concomitanza con il ritorno in B dopo un periodo tra dilettanti e Lega Pro, i granata di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma iniziano alla grande il girone d’andata per poi imbattersi in una crisi clamorosa, inesorabile e inspiegabile da inizio novembre in poi. Gli oggettivi torti arbitrali subiti da inizio stagione (la dirigenza ha inoltrato un dossier al designatore Morganti indicendo il silenzio stampa in segno di protesta) e la miriade di infortuni muscolari giustificano parzialmente una involuzione che vede la proprietà prima protagonista. L’11 aprile, mentre la squadra rischiava seriamente di retrocedere, fu emesso un comunicato nel quale si parlava apertamente di serie A, programmazione e investimenti, ma il mercato estivo ha lasciato in eredità dubbi e lacune. Dei nuovi arrivati quasi nessuno ha fatto la differenza: il deludente Kiyine (nella foto), al netto dei cinque rigori trasformati, pare un pesce fuor d’acqua e non incide, offrendo quasi sempre prestazioni al di sotto della mediocrità, di Firenze si sono perse progressivamente le tracce, Giannetti sta facendo rimpiangere Bocalon, Karo è evidentemente non pronto per la serie B, Maistro alterna buone prove ad altre da dimenticare, Gondo non può essere il bomber che manca ormai dall’addio del tandem Coda-Donnarumma, forse i soli Jaroszynski e Lombardi stanno offrendo un contributo discreto alla causa. Senza dimenticare che talvolta l’allenatore ha dovuto schierare gli otto/undicesimi che a giugno sarebbero retrocessi senza la penalizzazione del Foggia; in particolare balzano agli occhi le difficoltà realizzative di Jallow e Djuric e gli orrori difensivi di Migliorini, mentre Di Tacchio, Lopez, Akpro e Cicerelli hanno garantito personalità, fisicità, qualità e punti pesanti alla causa. E’ proprio Ventura l’uomo in meno di questo girone d’andata. L’ex commissario tecnico della Nazionale, smentendo Lotito che parlava di rosa da promozione diretta, ha sempre detto che il duplice obiettivo fosse giocare un bel calcio e riempire lo stadio. Morale della favola domenica ci sarà il minimo stagionale di presenze e la Salernitana ha azzeccato probabilmente soltanto la partita d’esordio col Pescara prima di vivacchiare su giocate estemporanee. Una vittoria in nove gare è bottino magrissimo, quasi peggio della Salernitana di Gregucci della stagione passata. In altri tempi la società lo avrebbe già esonerato, ma significherebbe ammettere un fallimento già a inizio dicembre. Ora un calendario di fuoco, una classifica che non perdona e l’obbligo di chiarire il caso Cerci (zero presenze dal primo minuto, 50 minuti collezionati e fischi del pubblico) e mettere mano al portafoglio a gennaio acquistando difensore centrale, terzino destro (il partente Pucino non è mai stato rimpiazzato), mezz’ala di qualità e, soprattutto, un centravanti di spessore. Altrimenti sarà un’altra annata mediocre in linea con quel galleggiamento che fa storcere il naso alla gente.

Sezione: News / Data: Mer 11 dicembre 2019 alle 21:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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