L’atteggiamento di Fabrizio Castori durante e dopo la partita di lunedì sera rappresenta ancora oggi un argomento di discussione negli ambienti del tifo granata. Fischi assordanti per il tecnico  soprattutto per le proteste reiterate nei confronti del direttore di gara e per alcune “accuse” che potrebbero essere oggetto di una squalifica, ma anche di un’azione dura della stessa Salernitana. Si ricordasse, il trainer romagnolo, di come il suo Carpi espugnò l’Arechi l’anno scorso: dall’espulsione di Lopez al gol del 2-4 in fuorigioco senza dimenticare i due penalty solari non concessi ai padroni di casa. “Non mi va di parlare dell’arbitraggio” disse all’epoca, ieri avrebbe fatto meglio a comportarsi esattamente allo stesso modo. Perché, moviola alla mano, anche la Salernitana ha motivi di lamentarsi e di alzare la voce. Il centrocampista Coulibaly, ammonito in avvio di partita per un duro intervento su Akpa Akpro, a inizio secondo tempo ha commesso un fallo da dietro su Gondo impedendo platealmente all'attaccante granata  di partire verso la metà campo avversaria in situazione di palese superiorità numerica. Il classico fallo tattico, per intenderci. Tutto sotto gli occhi del direttore di gara che, a nostro avviso, assieme ai suoi assistenti ha condotto il match in modo più che sufficiente, con un metro di giudizio equo e con la capacità di capire quando interrompere il gioco e quando applicare il metodo "all'inglese". Nella circostanza del rigore reclamato dal Trapani, possiamo dire che le immagini confermano che Aya spinge leggermente Evacuo colpendolo con la mano sul fianco in modo quasi impercettibile. Di Martino, ben appostato, lo ha ammonito punendo non tanto la simulazione, quanto la caduta plateale proprio come stabilito nelle recenti riunioni dell'AIA. Episodio simile, per concetti, a quello di Milik in Napoli-Lecce. In sintesi, dunque, si può dire che il vero torto lo abbia subito, come sempre, la Salernitana.

Sezione: News / Data: Gio 13 febbraio 2020 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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